Rassegna storica del Risorgimento

1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
anno <1956>   pagina <138>
immagine non disponibile

138 Libri e periodici
dipinta precedentemente con foschi colori, è qui spesso invocata, stoicamente, come redentrice, come conforto ad una esistenza 'drammaticamente vissuta. Poi­ché ho disperato della patria e di me stesso aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il suo cadavere non cadrà tra braccia nemiche e le sue ossa almeno riposeranno sulla terra dei suoi padri. Anche lo stile si fa a volte più morbido e rattcnulo. Basterà incordare dì passaggio i molli abbandoni negli aspetti benigni della natura o le descrizioni potenti delle montagne dirupate e dei burroni eaver* nosi e alcune pagine singolari (le lettere, ad esempio, del 15 e del 25 maggio) ove 3 vari clementi raggiungono un'insolita fusione espressiva.
Più frequenti i motivi e le parole poetiche che torneranno nei Sepolcri: il sole, vita e anima di tatto l'universo e la luna l'amica luna, che dà luce alle tombe con i suoi raggi, e le fresche ombre ospitali dei sepolcri su cui pre­gano gli uomini pace agli epiriti dei trapassati e ne raccomandano ai figli la memoria, e lo spettacolo della natura che basta forse ad addormentare ai mor­tali tutti i dolori e le glebe, gli antri, gli alberi, che alimentano nell'esule il soave e patetico desiderio della patria lontana. Ma non in codeste immagini, tanto care al Foscolo, già anticipate, spesso con gli ideatici termini, nelle poesie gio­vanili, ai deve ricercare, come ha fatto la crìtica recente, una dirètta relazione con il Carme.*)
L'uomo in gran parte nuovo non è qui, ma è nei passi ben noti di sapore vicinano o di ricordi machiavellici e hobbcsiani, ove il suo sguardo si allarga all'ordine universale e agli eventi nell'universo spazio del tempo o, come nella famosa lettera da Ventimiglia, nello alternarsi onnipotente delle genti umane intravede il principio di un eterno fecondo processo, che si realizza però per necessità fatale, non secondo i disegni della Provvidenza. Ma degna di speciale rilievo mi pare la lettera del 23 ottobre, sfuggita, se non erro, all'atten­zione degli studiosi, il cui raffronto, con quella sullo stesso argomento del primo Ortis (lettera VI del 21 settembre) è il segnai più evidente del rinnovato- stato d'animo dello scrittore. Mutata è l'introduzione e mutati son qua e là persone e cose, ma tutto il tono, segnatamente, è mutato. Ortis confida a Lorenzo di aver ritrovata la pace, ormai, perchè nel cantuccio della terra ove passò l'infanzia tutti gli vengon d'intorno e lo amano e par quasi vogliano ammansire una fiera gene­rosa e selvatica. Ormai riconosce che è un agonizzare in una morte lenta e obbro­briosa il condor la vita, come ha fatto sino adesso, di un tiranno che freme e trema di essere scannato ogni minuto. Alla domenica gli si affollano attorno tatti i contadini ed egli legge loro le vite di Licurgo e di Timoleone (è il primo accenno ad eroi plutarchici) ed essi lo stanno meravigliati ad ascoltare anche se non comprendono, e ciò fanno perchè, come egli crede, il desiderio di sapere la storia è figlio del nostro amor proprio che vorrebbe illudersi e prolungare la vita unendoci agli uomini e alle cose che non sono più. È la pagina più serena del secondo pessimismo, ma è di già uno stimolo efficace per la conquista della intima armonia da cui nasceranno 1 Sepolcri. Vi si sente l'influenza della prepa­razione culturale cui con grande fervore si andava dedicando in quegli anni l'autore, la quale lo staccherà dal mondo dell'esasperata passione per un mondo più reale e più vasto, il mondo dell'antica Roma, dell'antica Grecia e del nostro rinasci­mento : da esso attingerà egli la fede negli eterni valori dello spirito.
-) Però (e ricordare è necessario) già il Vallone in un suo ottimo saggio sulla Genesi e formazione letteraria dei Sepolcri (Asti, 1946, seconda edizione), purtroppo passato quasi inosservato, e il Fubìni, profondo conoscitore del Foscolo, in una sua attenta Lettura dell'Ortis (Milano, 1947) hanno spostato il passaggio tradizionale Ortis-Sepolcri al più intimo e vero accostamento Chioma, Traduzioni, Orazioni, Sepolcri.