Rassegna storica del Risorgimento
1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
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1956
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143
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Libri e periodici 143
mente sulle virtù umane e sui meriti politici del conte Soluro. Ma, quanto alle prime, è da dire che quelle caratteristiche della sua natura, che sono presentate come lati positivi della sua personalità (la tenacia, l'intransigenza, il nero spirito d'indipendenza, l'ossequio profondo all'autorità religiosa, ctc.), o non Bono messe in discussione (nessuno pensa di accusare il Soluro di disonestà o di opportunismo) o, quando cadono sotto il giudizio dello storico, possono essere assunte proprio a dimostrare una congenita incapacità di adeguarsi alla vìva realtà di quel momento storico, appunto perche <ha sua personalità non era poliedrica e discontinua nei suoi vari aspetti, ma tutta d'un pezzo. Egli più che un uomo era un principio" (p. 139). E quanto ai suoi supposti meriti politici (Senza il Solerò, senza la sua opera, non sarebbe stata possibile l'opera di Cavour, ed in ciò è uno dei meriti non solo piemontese, ma anche italiano del Solaro p. 135) si può agevolmente obiettare che se la sua attività preparò, in parte, il terreno all'opera dei suoi successori, ciò non era certo nelle sue intenzioni e che soltanto in virtù di una superiore legge del divenire storico oggi, in una prospettiva più ferma e sicura, anche azioni miranti a fini diversi, se non opposti, si rivelano utili e spesso necessarie all'evolversi degli stati e delle istituzioni. Dobbiamo, però, dare atto all'A. di essere riuscito a offrirci un'immagine più mossa, più sfumata, e quindi più vera, del conte Solaro della Margarita, correggendo, su punti particolari, qualche giudizio errato (vedi, ad es., quanto è detto a proposito della sua cultura). La terza ed ultima parte del saggio è dedicata all'esposizione del pensiero del Solaro in una forma piuttosto ampia, tanto da risultare un'utile ed esauriente fonte di consultazione. Scorrendo i vari argomenti Dio e la legge naturale; il fine delle società umane; la religione; la Chiesa; la teoria della sovranità; la ragione di Stato; il buon governo; le relazioni fra gli Stati, le diverse forme di governo; il pensiero economico, finanziario e sociale; la politica non è difficile constatare la scarsa originalità delle idee, ancorate a quell'antica tradizione cattolica, che va da S. Tommaso al Bossuet e al De Maistre, come pure l'estrema rigidità di certi atteggiamenti mentali. Limi tandoci al tema politico facciamo notare che per il Solaro (il cui pensiero procede sovente in palese o sottintesa polemica col Machiavelli, gran politico per gli scarsi tempi... ma di fraudi maestro) il fine della politica è quello di guidare il popolo alla virtù, di sostenere la religione, di impedire la corruttela >. In tale dimensione si compone lo storicismo religioso di quest'uomo politico, che di fronte all'urgere delle nuove forze rivoluzionarie si trincerava in un atteggiamento, sostanzialmente antistorico, tra l'asceta e il crociato. Ai rapporti tra il Solaro e Carlo Alberto l'A. dedica l'ultimo capitolo, in cui sono definite le rispettive posizioni del ministro e del re, l'uno legato agli ideali tradizionali del suo Piemonte, l'altro aperto, pur nel suo amletismo, a sogni più generosi. Ed è in questo attrito che era destinato ad aggravarsi sempre più che il conte Solaro della Margarita manifestò con maggiore evidenza la sua pervicace ostilità al problema unitario e la sua essenziale estraneità allo spirito risorgimentale, che caratterizzarono anche la sua successiva attività di parlamentare. NICOLA MANCINI
EncoLE PENNETTA, L'azione delle Società Economiche nella vita delle Provincie pugliesi durante il regno borbonico (Quaderni dell'Archivio storico pugliese, 2); Bari, Società Editrice Tipografica, 1954, in 8, pp. 132. S. p.
É noto come Murat nel luglio 1812 estese le attribuzioni delle Società di Agricoltura all'economia manifatturiera e creò le Società Economiche. Nel marzo 1817 Ferdinando mantenne in vita quelle società, anzi operò lo stabilimento delle Società Economiche in tutte le Provincie al di qua del Faro allo scopo di promuovere la pubblica industria. Ciascuna Società si articolava in due