Rassegna storica del Risorgimento
1852-1853 ; BELFIORE ; PROCESSI ; CASTELLAZZO LUIGI ; MANTOVA
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146 Libri e periodici
Petrocchi il merito di averla lumeggiata diligentemente ed obiettivamente con questa accurata ricerca, condotta su dati dell'Archivio di Stato di Napoli, e sulla stampa dell'epoca. Il lavoro, quindi, anche se riguardante un limitato periodo, colma una lacuna integrando le indagini di studiosi quali Arias, Trcmelloni, Milone e Demarco, e costituisce uno stimolo ad allargare la ricerca in altri settori della storia economica del Mezzogiorno (agricoltura, commercio, finanze, ecc.).
MICHELANGELO MENDELLA
DANTE SA VERI N. LO Stabilimento comasco per la stagionatura e l'assaggio delle sete (1854-1954) : Como, presso il Centro Lariano per gli Studi Economici, 1955, in 8o, pp. 136. S. p.
Ih una splendida edizione vede la luce la storia centenaria dello Stabilimento dovuto all'iniziativa di Luigi Peroni (marzo 1854). Il volume poggia su vaste ricerche d'Archivio condotte nell'Archivio della Camera di Commercio Industria ed Agricoltura di Como, nell'Archivio Notarile di Como, nell'Archivio dello Stabilimento per la stagionatura e l'assaggio delle sete in Como, e nel Fondo Camera di Commercio, e stagionatura e assaggio delle sete esistente presso la Sezione dell'Archivio di Stato di Como, . 0
CABLO ZACHI, P. S. Mancini, l'Africa e il problema del Mediterraneo ; Roma, Gherardo Casini, 1955, in 8, pp. 215. L. 1000.
In un volume edito a Parma nel 1881, subito dopo l'andata del Mancini alla Consulta, e che ho avuto altrove occasione di citare (L'ideale della democrazia> p. 52), Pietro Sbarbaro, non ancora inviluppato nelle clamorose sue vicende elettorali, enfaticamente proclamava: Io non conosco che tre grandi parole, tre formule, tre idee, tre verbi dell'avvenire, scaturiti dalle viscere della nuova vita d'Italia e lanciate nel mondo ad attestare l'inesaurite virtù del pensiero italiano: la libera Chiesa in libero Stato di Camillo Cavour, il reprimere e non prevenire di Giuseppe Zanardelli e il principio di nazionalità di Pasquale Mancini . Accantonata dalle guarentigie l'innovatrice attualità della prima formula, schiacciata la seconda sotto una tempestosa discussione ed un massiccio voto parlamentare, è evidente che gli speranzosi voti dell'ardente pubblicista non potevano ormai volgersi che ad attendere gli esiti dell'ultimo programma, di quello certamente più solenne e dottrinario degli altri, e che dalle vicende rivoluzionarie del secolo appariva aver ricevuto una consacrazione definitiva, foriera per l'autore di una incontrastata autorevolezza,, o addirittura diffusa popolarità, nel campo della cultura europea. Col Mancini la politica estero italiana non è affidata ad un diplomatico di professione o ad uno scaltrito uomo politico, ma ad uno scienziato: e non mancò certo chi potè vedere ih questa designazione una specie di contraltare ideologico a quel culto brutale della Marht, della potenza bismarckiano imperialista e conculcatrice delle nazionalità, che all'altro estremo d'Europa, nell'ambito più vasto del liberalismo europeo, aveva già trovato un eloquente, irriducìbile oppositore in Guglielmo Gladstahe. Lo statista inglese e quello italiano, che apparivano allineati su una medesima, o assai affine, posizione ideale, sembravano garantire non soltanto una valida resistenza contro la soverchiarne pressione del trionfante germanesùno politico, ma altresì una stretta intesa fra le due Nazioni accomunate in modo speciale nella cura e nella salvaguardia degli interessi mediterranei. 11 Mancini indirizzò senz'altro