Rassegna storica del Risorgimento
BERCHET GIOVANNI ; RELIGIONE
anno
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1956
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pagina
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602
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602 Libri e periodici
LUIGI SANTINI, Alessandro Gavazzi; Aspetti del problema religioso del Risorgimento (Collezione storica del Risorgimento, 49); Modena, Soc. Tip, Editrice Modenese, 1955, in 8<>, pp. 213. L. 800.
Questo volume si presenta per una parte come una ricerca biografica sul padre barnabita Alessandro Gavazzi, per l'altra come uno studio d'un particolare aspetto del problema religioso del Risorgimento, quello cioè della diffusione in Italia delle correnti evangeliche. Anche se per questa duplicità d'intenti non sempre riportabili nell'ambito di una unitaria visione critica l'opera risente di un certo squilibrio, dobbiamo però rendere atto al Santini della complessità del problema affrontato e del notevole impegno, con cui ha condotto il lavoro sulla base di una precisa conoscenza della bibliografia critica relativa e di una ampia documentazione di prima mano.
La ricerea biografica riesce senza dubbio come la più valida per la maggior sicurezza e chiarezza con cui viene presentata. La tumultuosa vita del frate bolognese costantemente inserita nella sua esatta cornice storica - è infatti delineata con tanta ricchezza di particolari (a volte forse anche troppo minuziosi) che i meriti e i difetti di questa interessante personalità storica riescono a comporsi nella loro giusta luce, al di là delle esecrazioni e delle esaltazioni di parte. E in questo sforzo di obiettività riconosciamo uno dei pregi dell'opera. Nella prima parte, che va dal 1809 al 1849 e cioè dalla nascita del Gavazzi, fino alla sua partenza per l'esilio, possiamo seguire quasi passo passo le vicende della sua vita, cosi strettamente legate agli avvenimenti di maggior risonanza dell'età risorgimentale. La famiglia del Gavazzi apparteneva a quella parte della borghesia italiana, che univa nello stesso culto una profonda religiosità e un'antica tradizione municipale. Il padre, l'avvocato Vincenzo, si era fatto notare per la sua coraggiosa difesa di alcuni preti resistenti, quando anche a Bologna, intorno al 1809, il movimento antinapoleonico era uscito dall'ombra. E benemerenze religiose vantava anche il nonno Giuseppe, che, espulso dal Portogallo, aveva trovato buona accoglienza nell'ambiente bolognese. In questo clima familiare e sociale matura la formazione spirituale di Alessandro, secondo di ventiquattro figli; ma la decisione di prendere l'abito religioso si deve riportare soprattutto all'educazione ricevuta nel collegio barnabita di S. Lucia (per non tener conto dell'uso del tempo di dare un figlio per la famiglia, un secondo per la Chiesa, un terzo per il chiostro ). Dopo due anni di noviziato a Napoli e due a Massa, ritroviamo il Gavazzi a Napoli come insegnante; ed è da questo momento che comincia a farsi notare, nell'insegnamento, nella predicazione e negli scritti, la sua natura generosa ed appassionata, incapace però di freno e di riflessione, in cui è da ravvisare la causa prima dei suoi tanto discussi atteggiamenti successivi. Peregrinando per l'Italia il frate bolognese esperimenta il fascino della sua brillante ed impetuosa eloquenza sulle folle, ed è proprio per questa facilità di commuovere le masse che molto presto egB sarà circondato dalla diffidenza dei governanti, che giudicavano, pericoloso questo Savonarola delle piazze . In questo primo periodo (183347) va sempre più. chiarendosi nel Gavazzi la sua autentica vocazione patriottica cosi che la sua predicazione fin dalle esperienze piemontesi unitamente all'amico barnabita Ugo Bassi denuncia un graduale allontanamento dai problemi religiosi per un più deciso orientamento verso i problemi politici. Nella sua opera di esortazione e di risveglio del popolo italiano il Gavazzi si getterà con la consueta passione, sovente dimenticandosi dell'abito che portava, per offrirsi con impegno totale al raggiungimento degli ideali di indipendenza e d'unità d'Italia. Ma un'accurata analisi delle sue prediche e delle sue pubblicazioni (il Santini, in appendice, ne elenca oltre un centinaio) può agevolmente documentare come egli avesse un'insufficiente visione della comples-