Rassegna storica del Risorgimento
BERCHET GIOVANNI ; RELIGIONE
anno
<
1956
>
pagina
<
606
>
606 Libri e periodici
inquadrati. Dobbiamo essergli, dunque, grati per questo suo contributo, giunto; in uu momento che richiede a lutti gli Italiani una particolare sensibilità al nostro problema orientale.
A caratterizzare questa sensibilità per il problema di Trieste negli uomini del nostro Risorgimento giunge opportuna la ristampa, curata da Giorgio Rasi:, che vi premette una succosa Introduzione della memoria scritta dal Va lussi nel 1B61 per il Comitato Veneto centrale e ripubblicata a Parigi dal Ressian presso l'editore Dentu sotto il titolo Trieste e l'htrie - Leurs droits dans la question ìtaliennc.
È uno scritto esemplare per intimo calore e validità di argomenti rivolti soprattutto a respingere le pretese del mondo germanico, scartando le varie ipotesi e soluzioni, da quella austriaca a quella di una Amburgo adriatica. Perchè in questo consisteva, infatti, la questione più immediata, allora sul tappeto: nel rapporto - e contrasto cioè fra Italia e Confederazione Germanica, oltre che Austria, intorno a Trieste e alla Giulia.
fifa, ipotizzata una dissoluzione dell'Austria, emerge anche il problema nazionale, di limiti, fra Italiani e Slavi meridionali. Così, dopo la polemica, cortese ma ferma col Kvaternik nel 1860, Valussi scende al concreto e da capo Promon-tore su su al Monte Maggiore e al Tricorno (lungo quella che sarà poi la cosiddetta linea Wilson ) individua una Istria veneta , che dovrebbe spettare all'Italia, rinunziando noi a quella parte che sta oltre il Monte Maggiore .
È uno scritto da rileggere, questo del Valussi, soprattutto per lo spirito per nulla irredentistico che lo anima, che è poi quello di voler avviare i rapporti con i vicini orientali su binari di chiarezza, di equanimità, di sincera volontà di intesa.
Ma già, Monsieur de la Patisse direbbe che per andare d'accordo bisogna essere almeno in due a volerlo... TAMBOnHA
KAHL MARX, FRIEDRICH ENGELS, Scritti italiani, a cura di GIANNI BOSIO; Milano, Roma, Edizioni Avanti!, 1955, in 8<>, pp. 206, 12 ili. f. t. L. 700.
Questa edizione degli scritti italiani di Marx ed Engels, approntata con attenta cura filologica e ricca di fitte annotazioni, viene oltremodo opportuna (sarà altrettanto utile la pubblicazione degli Atti della Prima Internazionale) in un periodo in cui vanno sempre meglio precisandosi gli interessi degli studiosi relativamente al movimento operaio e contadino. Il Bosio, indicando nella premessa la qualità, la natura e l'origine degli scritti italiani, sottolinea il contributo dato da Marx e da Engels alla formazione del movimento operaio italiano per la quantità e la diffusione degli scritti stessi, pubblicati sovente su vari giornali (dal 1848 al 1895). Le pagine più significative sono di carattere polemico contro Mazzini (Mazzini-Engels sull'Internazionale e Bakunin, 1871) e contro il Libero Pensiero di Firenze; Bono da ricordare poi la collaborazione alla Plebe di Lodi (contro l'anarchismo; e le corrispondenze di Engels sul movimento operaio internazionale) e le lettere di Engels per le agitazioni contadine e la tattica del partito socialista (1894).
Non vogliamo analizzare minutamente la pubblicazione ottimamente curata dal Bosio, che da molli anni si occupa dell'argomento ed ha tirate, si può dire le somme di una lunga e intelligente ricerca (per questo si rimanda alla recensione di G. Manacorda, in Società, a. XI, n. 6, pp. 1096-1102); basterà ricordare qtìi: la lettera di Marx al giornale Alba nel 1848, le speranze di Marx intorno al 1877 sul movimento operaio lombardo ed il ristabilimento dei rapporti tra