Rassegna storica del Risorgimento

BERCHET GIOVANNI ; RELIGIONE
anno <1956>   pagina <656>
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Vita dell'Istituto
II prosindaco ing. ViBÌntin ha porlo, anche a nome del sindaco e dalla città, il benvenuto agli studiosi e agli ospiti* dicendosi grato ad essi che con la loro fede e il loro entusiasmo sorreggono ancora nella lotta che bisogno continuare in altro campo.
Il prof. Tabacco, presidente del comitato di Trieste e Gorizia dell'Istituto, nel ringraziare, ha osservato che il convegno, il cui tema è L'Europa danubiano-balcanica e l'Italia durante il Risorgimento , s'inserisce in una tradizione vitale di studi storici triestini, che è opportuno si rivolgano, qui a Trieste, sopra tutto in talune direzioni.
H saluto del presidente dell'Istituto, prof. Ghisalberti, trattenuto a Parigi da ragioni di lavoro, venne recato dal vicepresidente prof. Cortese. Il quale riferì sull'attività dell'Istituto, in continuo progresso, sia nel numero dei comitati e dei soci, sia nel campo scientifico: crescente ampiezza e diffusione della Rassegna, nuovi apporti di raccolte di documenti e importanti ricerche storiografiche. Accennò all'utilità dei convegni locali che, come questo, affiancano, completandoli, i congressi annuali. E aggiunse:
Oggi la storia del Risorgimento ha avuto piena ospitalità nel campo scien­tifico, e anche studiosi di storia medioevale si compiacciono di occuparsi di pro­blemi moderni. Tra le sedi provinciali, questa di Trieste è senza dubbio una delle più attive.
Il segretario del comitato, prof. Suadi, alla cui infaticabile attività molto deve la realizzazione di questo, come dei precedenti convegni a Trieste, rilesse il messaggio che, sei anni or sono, al congresso nazionale qui tenutosi, aveva inviato Gaetano de Sancii 6, allora a capo dell'Istituto.
Il prof. Angelo Tamborra, dell'Università di Roma presentò la relazione uffi­ciale su L'Europa danubiano-balcanica e l'Italia durante il Risorgimento: la porta di Trieste. Illustrò diffusamente le fasi risorgimentali nel nostro paese fino al compimento dell'unità, mettendo soprattutto l'accento sulla contempora­neità di similari movimenti nei paesi dell'Europa danubiano-balcanica, in modo particolare nella Serbia, in Bulgaria, in Ungheria: movimenti che si guadagna­rono la piena simpatia dei gruppi italiani ispirati al pensiero di Mazzini o ammi­ratori dell'opera di Cavour. In quell'epoca, posta com'era nel mezzo delle pas­sioni nazionali, Trieste ha avuto modo di svolgere un'importante funzione me­diatrice, degna del respiro, della funzione, non semplicemente italiana, ma europea di una città che ha vissuto nei secoli dei traffici oltre monte e oltre quello che possiamo definire il miracolo di rimanere sempre se stessa, cioè ita­liana nelle sue fibre più intime e più vere.
All'inizio dei lavori, che si svolsero il 29 e il 30 aprile nell'Aula Magna della facoltà di lettere, il prof. Cessi ricordò di aver inaugurato quell'aula nel novembre del 1922, parlando di storia del Risorgimeno.
Il dott. Prisinzano, direttore generale dell'istruzione classica recò il saluto del ministro Rossi che, cultore di studi storici, si doleva di non poter partecipare a] convegno in una città ove tutto, sempre, acquista un particolare significato, Lesse quindi la sua relazione il più insigne cultore triestino di storia del Risorgimento, dott, Stefani. L'Adriatico nelle guerre del Risorgimento è argo­mento di sua piena competenza, come ha dimostrato recentemente col suo apprez­za tissimo volarne Cavour e la Venezia Giulia. La sua relazione, ohe lumeggiò tutti gli aspetti del problema della sponda orientalo, si affiancò a quella Tam­borra cosi opportunamente, che una sola e stata, per entrambe, la discussione. Gli interventi dei professori Cervoni, Sestan, Cortese e Scbiffrer sono stati rias­sunti dal prof. Cessi; Nel Risorgimento il predominio dell'Adriatico, sia in campo politico che economico, passa da Venezia a Trieste. Trieste che fa da tramite, non solo coi territori magiari e slavi, ma con l'Europa centrale, ed entra