Rassegna storica del Risorgimento
BERCHET GIOVANNI ; RELIGIONE
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1956
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Vita dell'Istituto
yegno come porta aperta nelle due direzioni: aperte ai rapporti economici e commerciali e anche ai rapporti culturali e linguistici. L'italiano, per secoli lingua della marineria adriatica, diffusa nello Ionio e in tatto il Levante, generalmente conosciuta alla corte di Vienna nel secolo XVIII, svolse a Trieste una triplice funzione: mediatrice, assùnilatrice e politico-nazionale. Su quest'ultimo aspetto, dopo aver chiarito i primi, indugia l'oratore, definendolo genesi del sentimento nazionale in senso moderno, cioè di volontà, anche, di unione politica ; e conclude affermando che il fatto linguistico conquistò moralmente e politicamente la Venezia Giulia prima ancora che l'esercito italiano la potesse conquistare materialmente .
Nella discussione che segui intervennero i proff. Cessi, Gaeta, Scoccila, Cervoni, Mor, Depoli, Zilioito e Cortese.
Il prof. Quarantotti, nel trattare II problema storico giuliano negli scritta di F. Salata , rievocò con calda e sapiente efficacia la vita e Fonerà dello storico e patriota istriano. Ben interpretando il pensiero dei presenti, il prof. Cortese ringraziò il relatore per la commemorazione che colpì e commosse perchè noi .tutti, quelli che hanno la mia età o presso a poco, abbiamo tutti conosciuto Salata, sia nella sua passione politica, sia nei suoi profondi interessi di studioso. Ricordiamo ch'egli ha curato la pubblicazione dei Costituti del Gonfalonieri , ch'egli ha molto contribuito allo studio dei documenti dell'Archivio di Stato di Vienna . Aggiunse che Salata gli ricorda la sua giovinezza, quando fece, incaricato da lui, ricerche a Napoli per l' Oberdan .
Un commerciante greco agitatore e cospiratore e Trieste, cioè l'interessante figura del levantino Giamari venne messa in luce dall'aw. Pagnini. Il quale, a proposito della porta orientale, oggetto di tante discussioni, lesse il brano di Cesare Correnti, che diede origine a tale definizione.
Il prof. Markus, unico straniero, gradito ospite al convegno, illustrò la Relazione del viaggio compiuto in Ungheria nel 1861 dal conte Fé* d'Ostiani dell'ambasciata italiana a Costantinopoli, destando vivo interesse e l'intervento dei proff. Cervani, Tamborra e Stefani intorno ai rapporti tra ungheresi, slavi e croati prima e dopo il '48.
Il prof. Depoli infine tratteggiò: L'ultima missione diplomatica di Tommaso Gar (Venezia ed Ungheria nel 1849) , frutto di ricerche nell'Archivio di Stato di Venezia, in fonti ignorate ungheresi e nel carteggio del Gar, tuttora inedito e la cui pubblicazione si sta preparando a Trento.
Il prof. Tamborra, che con la sua relazione aveva aperto i lavori del convegno, così disse a chiusura di essi: Le nostre discussioni e i nostri contatti, diciamo così, umani prima che scientifici, di cui siamo molto lieti e da cui usciamo veramente confortati dal consenso con cui ci siamo, in un certo modo, ascoltati l'un l'altro, si sono svolti verso due piani come in tutte le assemblee. Un piano, in un certo senso, ufficiale, di comunicazioni e risposte ad esse e un piano, vorrei dire, sotto certi aspetti, più concreto e più umano, cioè quello dei rapporti, dei chiarimenti e delle esortazioni che sono uscite e che penso possano uscire da questo nostro contatto.
Un'esortazione che esce anche proprio dalle intenzione degli organizzatori, che hanno voluto orientare la nostra attenzione verso il mondo danubiano balcanico nel Risorgimento, è quella di continuare ad interessarci di questo mondo, inteso, anche in senso pia lato, verso tutta l'Europa orientale, alla Romania, allo Polonia, alla Russia .
Ricordò il recente trovamento a Venezia di corrispondenza tra la Serenissima e l'Ucraina, auspicando che anche gli studiosi triestini vengano dotati di mezzi scientifici di ricerca e studio, dei quali lamentano la carenza. In quanto alla dibattuta porta orientale, disse che, come era nelle intenzioni del comitato