Rassegna storica del Risorgimento
1906
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9 novembre 1906
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vittoria superba si conchiudeva, appena un mese dopo l'inizio del lungo triennio giolittiano, l'audace operazione di tesoreria della conversione della rendita. Sana finanza e produzione in aumento, malgrado i molti conflitti tra capitale e lavoro, culminati in oltre 1370 scioperi con più di 430.000 scioperanti. La nascita della Confederazione generale del lavoro imprimeva nuovo ritmo alle lotte tra padroni e operai, ma ne quelle, né le difficoltà proprie d'un paese ancora troppo povero di mezzi e troppo ricco di braccia impedivano affermazioni positive, e non soltanto in patria. Come quando, alla conferenza di Algeciras. 1 Italia rivendicava l'autonomia della sua politica estera, ad opera proprio di un venerando superstite dell'età risorgimentale, o, sulla fine di quello stesso anno, affermava nuove aspirazioni e coscienza di un diritto non diverso dall'altrui nella convenzione con la Francia e l'Inghilterra per l'Etiopia. Gli ufficiali austriaci che partecipavano alla cerimonia commemorativa della seconda Custoza, la tollerante arguzia del principe di Biilow per i giri di valzer non bastavano più a consolidare quella che, nei congiunti telegrammi di Francesco Giuseppe e di Guglielmo II da Vienna, si fingeva di considerare inalterabile amicizia . Come l'umanitarismo sociale della democrazia del Risorsimento era diventato socialismo, così il patriottismo, superando il momento irredentistico, andava mutandosi in nazionalismo.
La voce del poeta della storia, di colui che più d'ogni altro era apparso interprete ed araldo del Risorgimento, stava per spegnersi per sempre. Né potevano sostituirla, per i più, il misticismo umanistico del Pascoli o l'imaginifica effrenatezza lirica del d'Annunzio. Sul quale ultimo, in quell'anno, attiravano l'attenzione del pubblico, assai più che la riapparizione della Figlia di Jorio sull'onda melodica del Franchctti o la mal consigliata immodestia delle Prose scelte, le pittoresche vicende mondane, le complesse giostre d'amore tra Nike e Giusini, la catastrofe clamorosa di Pia che l'amore, il cui eroe alla sibilante disapprovazione dei giovani appariva troppo diverso da quelli risorgimentali. E, l'anno dopo, l'unilaterale interpretazione e. silentio di un ipotetico legato del Maestro avverso : la fiaccola che viva ei mi commette - l'agiterò su le più aspre vette , non sarà accolta con entusiasmo da quanti, meglio che nelle studiate