Rassegna storica del Risorgimento

1906
anno <1956>   pagina <676>
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essere poi insegnato nelle scuole secondarie, ci vorrebbero dieci venti nuove cattedre. L'università non può avere l'ufficio di imboccare i futuri insegnanti medi: essa deve solo dar loro in mano lo strumento di cui devono servirsi davanti a un insegna­mento nuovo . E nelle università c'erano tante altre necessità alle quali era opportuno pensare...
Ancora una volta Giacinto Romano intervenne in maniera positiva, denunciando quello che, a suo parere, era il difetto principale delle facoltà di filosofia e lettere, di essere, cioè, facoltà filologiche. Gli stessi professori non avevano, e non per colpa loro, essendo usciti da tali facoltà, quella preparazione larga di cultura essenzialmente moderna che è necessaria per trattare questioni di storia moderna . A parte, quindi, qualche rara avis, i professori di storia (del tempo suo, bene inteso) sono filologi : da ciò deriva che essi prediligono quella parte della storia che ha maggiori rapporti colla filologia , il medio­evo. Per la storia moderna sarebbe necessaria una buona pre­parazione di storia del diritto, economia politica, ecc. ; tutte cose che si insegnano in un'altra facoltà . L'ordinamento scolastico, la preparazione dei docenti erano, quindi, la vera causa della prevalenza della storia medievale sulla moderna nelle università. Il rimedio che sarà adottato più tardi non poteva consi­stere, secondo il Romano, se non nella divisione dell'unica cat­tedra di storia medievale e moderna in due distinte, come già avveniva, e largamente, all'estero. Quanto alla storia del Risor­gimento, accettava la proposta del Lisio dell'incarico. Ma attenti al pericolo degli autocandidati, del volgare dilettantismo, delle competizioni ridicole. Ci vogliono, dunque, delle garanzie; e la migliore di queste a me pare consista in un alto concetto del valore della cattedra. Quando parliamo di Risorgimento na­zionale, noi udiamo spesso la frase : " la stella d'Italia ha fatto sì che... ", e portiamo, purtroppo, l'astrologia nella spiegazione dei fatti umani . No, protestava colui, che, in confronto a Sal­vatore Romano, Alfredo Gomandini aveva chiamato Romano iunior e, l'Italia non ha avuto nessuna stella! L'hanno redenta la virtù di un popolo e il valore di una dinastia che ha affrontato difficoltà e pericoli a tutti noti; ma, aggiungeva, calando deci­samente la storia d'Italia nella più vasta storia europea, il grande avvenimento non si sarebbe compiuto, se non fosse acca-