Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGISLAZIONE ; CONTENZIOSO AMMINIST
anno <1956>   pagina <681>
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Per la storia del contenzioso amministrativo 681
Questa riforme del re Borbone tendevano a porre un rimedio al disser­vizio ed allo stato di perenne crisi nel quale si trovava da parecchi anni la Regia Camera. *) Fosse per il soverchio numero delle persone che lo com­ponevano, fosse per la loro venalità o corruzione, o magari per la loro in­competenza, certo è che da parecchi anni si era pensato a progetti di riforma e si erano avanzate proposte per migliorare le condizioni di efficienza di quella istituzione. Lo Sciupa, nel suo classico studio sul regno di Napoli ai tempi di Carlo Borbone, ci ha mostrato come taluni avessero formulato il consiglio di ridurre quel tribunale a pochi ministri ed a pochi subalterni e di metterne a capo una persona estranea all'amministrazione, come poteva es­sere, ad esempio, uno straniero, magari proveniente da quei Paesi Bassi, che godevano la reputazione di essere la nazione meglio amministrata in Europa, al fine di restituire agilità ed efficienza alla Sommaria. 2)
Vero è, però, che le critiche investivano prevalentemente il funziona­mento della Regia Camera come organo di controllo finanziario dell'operato delle università del regno, e non anche come organo giudicante di quelle con­troversie di carattere amministrativo che erano soggette alla sua giurisdi­zione. Si deve anche considerare che il disservizio del tribunale, quale appa­riva in tutta la sua gravità a coloro che aspiravano ad una decisiva riforma, non permetteva di troppo distinguere tra la sua attività finanziaria, esercitata dalla terza Aula, e quella contenziosa, propria delle altre.3)
Nonostante queste critiche, però, le aspirazioni ad una riforma ed i conati di miglioramento finirono nel vuoto e scarso rilievo ebbero le stesse riforme di Ferdinando IV limitate ad alcuni particolari, in modo che la sostanza dell istituzione restava quella mirabilmente descritta dal Rapolla nel suo commentario sul diritto della Monarchia meridionale, subito dopo la restituzione del regno.4)
2. Col passare degli anni, a mano a mano che si avvicinava la fine del secolo, i difetti della Regia Camera diventavano sempre pia. gravi ed ap­parivano addirittura irrimediabili agli occhi di colui che sarà uno dei mag­giori cultori di diritto e di economia tra gli intellettuali meridionali, il Galanti.5) Questi, esponendo sulla base dei postulati del movimento rifor­matore i bisogni delle provinole napoletane, giunse ad auspicare la creazione di una nuova amministrazione locale che surrogasse la Regia Camera nella cura dei patrimoni, dei conti e dell'economia dei comuni del regno e l'isti-
1 ) Sol disservizio della Regia Camera, d'r. gli accenni di P. VILLANI, Giuseppe Zurlo e la crisi deWAntica Regime nel Regno di Napoli, estr. dal voi. VII dell'Annuario dell'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea* Roma, 1955, pp. 56 e sgg.
2) M- SCBJPA, // Regno di Napoli al tempo di Carlo Borbone, Milano, II ed. 1923, pp, 26-28.
8) Sulla Regia Camera corno organo di controllo economico e finanziarlo sulle università e dei comuni del Regno, cr. L. CERVELLINO, Dir esione ovvero guida delle università di lutto il Regno di Napoli, Napoli, 1796; C. SCALAMANBP.È, Delle università e de* comuni del Reame di Napoli: cenno istorieo, Napoli, 1848, pp. IO e sgg.; G. COPPOLA, Molivi di un progetto di legge dell'amministrazione e governo civile de' municipi oprovincie dello Stato napoletano, 8.1 d., p. 26. Un interessante quadro storico in N. PARAGLI A, // comune nell'Italia meridionale, Napoli, 1882.
4) F, RAPOLLA, Da iure Regni neapolitani, Napoli, 1746, voi. I, pp. 335 o sgg.
5) Una viva descrizione della struttura amministrativa e politica del Regno alla vigilia della rivoluzione in G. M. GALANTI, Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie, Napoli, 1787, tomo I,pp. 196 e sgg.: interessanti i conni sulla Regia Camera in op. cìl., tomo I, p. 222.