Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGISLAZIONE ; CONTENZIOSO AMMINIST
anno <1956>   pagina <684>
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Carlo Gliisalberti
confusione, e crescevano la venalità, la ignoranza e la corruzione degli uffi­ciali subalterni di quella Camera, da' quali in grandissima parte tali cose dipendevano. Laonde i conti non erano mai discussi, e lo Stato perdeva im­mense somme per arretrati, mentre che le malversazioni trovavano gueren-tigia e impunità.1) Né manca nel Bianchini il tentativo di individuare la causa giuridica prima di questa particolare situazione: L'ordine giudiziario comprendeva anche quello che interessar deve la particolare amministrazione economica delle provincie, e molte cose di quella dei comuni, che sono tra i primi fondamenti della buona economia di qualsiasi Stato.2) Anche qui, dunque, è ripetuta la stessa crìtica fatta dal Cuoco a proposito dell'accen­tramento nelle mani della Sommaria della amministrazione finanziaria degli enti locali, confusa con il potere giudiziario in materia amministrativa, ed è in più: aggravata dalla considerazione, tipica dello storico delle finanze, del­l'altissimo costo economico di questa magistratura: circa 25 mila ducati all'anno di soli emolumenti al personale, il quale, peraltro, ci informa sempre il Bianchini, riusciva ad arricchirsi anche per altre maniere sulle quali è bene stendere un velo pietoso.3)
Fin qui, dunque, le dure critiche formulate sull'operato della Sommaria dalla storiografia meridionale dell'Ottocento, critiche che i più recenti studi del Pieri *) e la notevole documentazione del Villani5) hanno mostrato essere state improntate alla più scrupolosa esattezza ed essere pienamente rispondenti alla reale situazione storica in cui si svolgeva la vita dell'isti­tuzione alla fine del Settecento ed ai primi dell'Ottocento. La stessa resi­stenza della Sommaria a tutti i tentativi riformistici dello Zurlo e del Me­dici, pienamente spiegabile con la considerazione dello spirito di conserva­zione degli organismi burocratici, sempre contrari ad ogni innovazione che possa colpire situazioni di privilegio e di favore consolidate, assumeva ca­rattere particolarmente drammatico per la vetustà e per la potenza della istituzione, incapace di mettersi al passo con le esigenze dei tempi.6)
3. - La rivoluzione napoletana del Novantanove vide Mario Pagano e gli altri legislatori di quella repubblica giacobina all'opera per modificare, con la costituzione politica dello Stato, anche l'organizzazione amministra­tiva e giudiziaria.
Questi si adeguarono, anche per quello che concerne la materia con­tenziosa amministrativa all'esempio francese, integrandolo, sul terreno più propriamente costituzionale, con un'aggiunta abbastanza originale, dettata dalla loro esperienza personale e dalla loro cultura giuridica e politica.
L'esempio francese, quale risultava dal testo della costituzione del­l'anno HI (1795), mostrava rigidamente applicato il principio della separa­
ci L. BIANCHINI, Storia dulia finanze del Regno di Napoli, Palermo, 1839, voi I, p. 463.
2) L. BIANCHINI, op. cit., toc. cit.
3) X,. BIANCHINI, ap. dt., voi. I, p. 477.
4) P. Pi Km, // Regno dì Napoli dal luglio 1799 al mano 1806, in Archivio storico par le provincia napoli-lane, nuova Berle, anno XII, Napoli, 1926, p. 122 ci p. 148, anno XIIIE Napoli, 1927, pp. 142-143, e p. 154.
5) P. VILLANI, op, eit,, pp. 57 e sgg.
6) Per questi contraiti vedi P. PIERI, op, cìfc, loc cit,