Rassegna storica del Risorgimento
1888-1889 ; IRREDENTISMO ; TRIESTE
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1956
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pagina
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743
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Irredentismo d'azione a Trieste negli anni 1888-89 743
delieti che si poterono raccogliere verranno in breve trasmessi alla lodevole i, r. Procura di Stato.
Questa dimostrazione, nonostante Pinvolontario ferimento del poliziotto, conosciuto col nomignolo di caporaletto, uno dei più irosi e perversi persecutori degli Italiani, fu accolta con giubilo da tutti i patrioti. Caprin, d'Angeli, Venezian, Rascovich, Vidacovich, Bernardino e persino i più moderati e alieni dalla violenza come l'Hortis ne furono lietissimi.
UAdria pensò bene di tacere il fatto, mentre VIndipendente, clic ignorò del tutto la cerimonia ufficiale, s'intrattenne ripetutamente, con manifesto compiacimento, sullo scoppio dei petardi e sul ferimento del Nucich, ebe riportò una grave lacerazione alla mano, una ferita al ginocchio e una al piede, nonché alcune ustioni alla faccia, esprimendo ironicamente meraviglia come questa manifestazione irredentista nei pressi dell'inaugurando monumento abbia potuto avvenire sotto gli occhi di un cosi accurata e immediata sorveglianza.
Alcuni giorni dopo Camillo de Franceschi ricevette da Raimondo Batterà, a nome del Comitato Centrale di Milano del Circolo Garibaldi una lunga e bella lettera di plauso (che più non possiedo perchè facente parte del nostro prezioso archivio di famiglia, nel quale erano conservati documenti inediti, fondamentali per la conoscenza del movimento irredentista d'azione, andato in parte distrutto e in parte rapinatoci dall'usurpatore slavo dell'Istria) nella quale si affermava che l'energica manifestazione di protesta aveva salvato l'onore di Trieste, con un'azione di audacia degna della tradizione oberdaniana e gli .affidava, con la piena incondizionata fiducia del Comitato direttivo del Circolo Garibaldi di Milano, l'effettiva direzione delle Sezioni delle terre irredente, che tenne sino allo scioglimento del Circolo stesso, manifestando sempre, con raro spirito organizzativo, un intelligente equilibrio e soprattutto una completa assoluta dedizione alla Patria.
Per neutralizzare in qualche modo l'impressione che all'interno e all'estero suscitavano le notizie del rinascente movimento irredentista triestino, il Governo e in particolare la marina da guerra pensò di organizzare una grande manifestazione patriottica e dinastica in occasione del varo dell'ariete incrociatore Kaiser Franz Joseph J, che doveva aver luogo nel Cantiere S. Rocco dello Stabilimento Tecnico il 18 maggio 1889. Però le feste date in onore degli ospiti, tra cui c'erano gli arciduchi Ottone con la moglie Maria Giuseppina figlia del principe Giorgio di Sassonia, madrina della nave, e Leopoldo di Toscana, il ministro Zaleski, il presidente Smolka, il generale d'artiglieria barone Schònfeld, il comandante del distretto marittimo barone "Wiplinger e circa 160 deputati alla Camera e al Consiglio dell'Impero, nonché una larghissima rappresentanza della più alta aristocrazia austriaca, ebbero un carattere esclusivamente ufficiale e militare, e il Comune, ad eccezione della inevitabile presenza del podestà Riccardo Bazzoni, vi si mantenne affatto estraneo, ed anche la popolazione vi prese pochissima parte e in forma del tutto passiva, senza sbandierameli ti né luminarie né discorsi.
Al primo sentore di queste progettate dimostrazioni austriache e della venuta a Trieste di tante autorità, nonché d'una forte squadra della Marina di Pola, il Comitato direttivo del Circolo Garibaldi decise di promuovere per la vigilia una protesta a base di petardi. Camillo de Franceschi, con i suoi gruppi d'azione, si pose tosto a disposizione del Comitato, ma il Bernardino lo