Rassegna storica del Risorgimento

1888-1889 ; IRREDENTISMO ; TRIESTE
anno <1956>   pagina <748>
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Italo de Franceschi
l'articolo non dimenticano niente o quasi: potranno dimenticare un amore passeggero, ma non un dolore reale e duraturo. Non tutte le giornate dei gio­vani sono giornate di sole: anch'essi hanno le loro giornate grigie, tristi, funebri. In quelle giornate voi li troverete a gruppi, cacciati da una cupa preoccupazioue negli angoli più oscuri: sono più pallidi, più silenziosi del solito. Dall'ala del cappello piove un'ombra fosca sui loro visi accigliati; nell'angolo della bocca atteggiata ad amarezza, stringono il sigaro spento;
nel cielo della loro anima passa un fantasma sinistro In quelle giornate
ricordano e pensano più che mai, facendo sacramento in faccia alla visione dell'avvenire di compiere in ogni evento e a qualunque costo il proprio dovere .
Camillo de Franceschi ricordava la profonda commozione sua e dei suoi compagni di fede, coi quali si trovava ogni giorno, nel pomeriggio, al Caffè Fontana, in via delle Poste, ora via Roma, nel leggere codeste trasparenti ed efficaci parole, che rinfocolavano la loro passione, ritemprandoli al culto dell'ideale e al sacrificio anche supremo per la Patria. E certo che specialmente nei periodi più agitati, come fu quello degli anni 1888-89, l'influenza dell''Indi­pendente sui giovani del partito d'azione era reale e fattiva. Questo giornale con la sua quotidiana dosatura di raffinata insinuazione patriottica giovava più, forse, alla propaganda irredentistica dello stesso Eco dell'Alpe Giulia con la sua irruente foga passionale, sferrata a lunghi intervalli di tempo.
Ma era assai difficile trovare validi argomenti di accusa e di condanna per alto tradimento o perturbazione della pubblica tranquillità, specialmente dinanzi a una giuria popolare, fosse pure tedesca o slava, nei vaghi accenni po­litici e nelle fantasie poetiche di articoli spesso, come quello del 20 dicembre 1888, neppure colpiti dai rigori della censura. Nondimeno l'i. r. Polizia, per mostrarsi al Governo operosa in qualche modo, di fronte all'ardito movimento irredentista, aveva montato artificiosamente un processo politico, che doveva servire di monito e di intimidamento agli inafferrabili capi e gregari del Circolo Garibaldi, e colpire a morte un giornale considerato, non a torto, deleterio alla sicurezza deQo Stato. H pallone gonfiato dalla Polizia e dalla Procura di Stato fu tenuto teso a fatica sino all'arresto di alcuni giovani del Circolo Garibaldi, tra cui Camillo de Franceschi, e al processo incominciato contro di loro, poscia fu lasciato sgonfiare; e il procedimento penale contro Rossi, Ullmann e Zampieri, destinato ad avere la sua soluzione presso la Corte d'As­sise d'Innsbruok finì, il 19 novembre, con un decreto imperiale di desistenza, provocato dalla intercessione di Francesco Crispi in favore del cittadino ita­liano Ferdinando Ullmann. Gli altri tre accusati, Apollonio, Geniram e Hualla ebbero lievi pene, dal Tribunale di Trieste, per semplice trasgressione della legge sulla stampa.
Malgrado l'improvviso colpo mortale infertogli dalla Polizia, VIndipen-dente continuò a uscire regolarmente, con una redazione raccogliticcia messa in tutta fretta insieme da Giulio Cesari. Camillo de Franceschi rammentava quando E Cesari venne a dargli, con faccia gioiosa, il pomeriggio dell'I 1 gin gno, la notizia che Giuseppe Caprili gli aveva offerto, per incarico dell'aw. Guido d'Angeli, un posto di redattore al giornale, e che la sera stessa doveva avere un abboccamento col Comitato dell'1 ridipendente ch'era poi, presso a poco, il medesimo Comitato direttivo del Circolo Garibaldi. Così egli raggiun­geva finalmente benché in un momento assai critico e pieno d'incognite