Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; MANTOVA ; SOLFERINO E SAN MARTINO
anno <1956>   pagina <768>
immagine non disponibile

768
Giovanni Praticò
un'opera cosi meritoria; le stesse popolazioni vi dovessero ravvisare una ga­ranzia per la loro sanità; l'offerta dei locali e degli oggetti ad uso ospedaliero fosse generosa e, in ogni modo, non mai inferiore alle possibilità del Comune (Doc. VI).
Il Comandante militare di Cremona, con lettera del 3 luglio, impartiva disposizioni di carattere amministrativo al Commissario straordinario, il quale, a sua volta, le trasmetteva ai competenti Commissariati distrettuali dipendenti (Docc. VII-VIII-IX).
Il comune di Sabbioneta aveva risposto all'appello dell'Ispettore provin­ciale di Sanità. Una sua rappresentanza si era presentata al Commissario straordinario e si era dichiarata pronta a mettere a disposizione un certo numero di letti per i feriti purché venissero trasportati in quel paese. Ma la rappresentanza dovette ridurre la sua offerta a 20 letti da mandare nel luogo che le sarebbe stato indicato, poiché le fu fatto notare che non era possibile il trasporto dei feriti (Doc. X).
Un medico-chirurgo, il dott. Rodolfo Pellizzoni, veniva raccomandato perchè fosse accolta l'offerta della sua opera a favore dei feriti (Doc. XI).
H Comando militare di Cremona dava disposizioni per i militari guariti (Doc. XII).
La situazione sanitaria si avviava già verso la normalità. L'opera di soc­corso prestata ai feritisi era rivelata veramente efficace. Era giusto che venisse ora tangibilmente espressa la gratitudine a coloro che si erano tanto prodigati. Il Governo centrale della Lombardia si dimostrava sollecito nel compimento di un tale dovere. Infatti, il 17 agosto, chiedeva al Commissario straordinario di volere indicare, con la maggiore sollecitudine e con scrupolosa esattezza, i nomi dei medici e chirurghi che si erano particolarmente distinti. Il Commis­sario straordinario ne faceva subito la segnalazione con un motivato rapporto (Doc Xin).
Ma, con i medici e i chirurghi, altri si erano prestati con pari abnegazione. Il Governo centrale poneva quindi rimedio all'omissione e, il 10 settembre, chiedeva i nomi delle altre persone delle diverse classi e condizioni sociali, che, per la loro attività a favore dei malati e feriti, avessero ben meritato. Il Com­missario straordinario mandava un secondo motivato elenco, nel quale appa­rivano pure i sacerdoti don Lorenzo Barzizza e don Luigi Cerullini come quelli che si erano adoperati con carità da missionari (Doc. XIV).
Nel 1866 don Lorenzo Barzizza si ritrova ancora come membro della Commissione costituita, nel giorno della sfortunata battaglia di Custoza, per la direzione e l'amministrazione dell'ospedale che il comune di Castiglione eresse per raccogliervi e curare i feriti (Doc. XV).
In una relazione sulle vicende della guerra del 1866, fatta al Sotto prefetto di Castiglione delle Stiviere dal locale Commissario distrettuale e iu un'altra dello stesso Sottoprefetto al Prefetto di Brescia, di data rispettivamente 23 e 24 aprile 1868, vennero segnalati i nomi di coloro che si erano resi benemeriti (Docc. XVI e XVII).
Ma costoro e tutti gli altri sopracitati erano i benemeriti che non uscivano dalle file degli irregolari. Il trovarsi sul luogo di un tremendo spettacolo di dolore era già un caso che induceva a fare qualcosa per rispondere ai pia semplici impulsi del cuore, quando non fosso il dovere di una missione o di una specifica professione a chiamare. Più benemeriti erano gli irregolari,