Rassegna storica del Risorgimento
PEDROTTI PIETRO
anno
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1956
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pagina
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790
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790 Libri e periodici
della rivoluzione francese si ebbe un rinnovamento tattico e strategico, per in leva in massa, per Io slancio dei sanculotti, contro l'addestramento degli eserciti disciplinati. Passata la prima bufera rivoluzionaria parve a taluni che nulla fosse mutato: pure il nuovo principio, corretto nelle sue esagerazioni rimaneva, così come l'esercito dei professionisti diveniva davvero l'esercito nazionale. V"ordine di battaglia" napoleonico significava la fine della linea, una nuova epoca nella storia dell'arte militare (p. 160).
Lo studio delle guerre napoleoniche, per merito dello Jòmini e del Clausewitz portava ad un approfondimento teorico dei principi dell'arte militare con la conferma dell'intrecciarsi di guerra e politica: il mutamento radicale operato nella società dalla Rivoluzione francese investe anche la concezione e la condotta della guerra, alla quale si avvia a partecipare ormai l'intera nazione. La diffusione in Europa di questi principi, le riforme operate negli eserciti dei diversi stati, le vicende del biennio 1848-49 favoriscono anche in Italia le riflessioni di politici o militari che, sulla scorta dello Jòmini o sulla base dell'esperienza affrontano il problema dell'istruzione militare dei cittadini, della formazione dei quadri, ecc. (sulla necessità di aprire un istituto d'arte militare in Toscana, cfr. lo scritto: Strategia militare ossia la scienza della guerra, opera raccolta da Tertulliano Ceroni da diversi autori italiani, Firenze, tip. Giovanni Benelli, 1848). Tra i maggiori teorici ricordiamo: il De Cristoforis ed il Pisacane.
H De Cristoforis, partendo dal principio della massa (e la massa è l'insieme di forze ordinate e disciplinate) il quale genera tutti gli altri , coglie l'origine di esso nelle guerre della rivoluzione francese e ne conduce l'applicazione tanto nella strategia che nella tattica. Nella strategia l'applicazione di tale principio presuppone che la massa sia sempre riunita e non divisa, allo scopo di distruggere l'esercito nemico frazionato; nella tattica prevede l'esercito disposto sopra una linea continua (con prima, seconda e terza linea) senza un vero e proprio ordine di battaglia.
II De Cristoforis, che insiste sul valore della baionetta (vera arma offensiva della fanteria è dunque non solo lo schioppo, ma la baionetta s>), si sofferma con vari esempi, nel suo volume Che cosa sia la guerra, sulla condotta di un attacco, del passaggio di un fiume, della difesa di una fortezza, sulla funzione dei Cacciatori, sul servizio delle sussistenze, ecc. sempre in virtù del principio della massa. Tuttavia egli, che ritiene la guerra scienza morale, non riesce a dare sempre la misura esatta della validità di questa asserzione, quando parla della disciplina (cieca), della ufficialità (di carriera), della guerra d'insurrezione, ecc.; non arriva infine alla concezione, presente nel Pisacane, di elevazione dei ceti inferiori e di formazione del cittadino-soldato (C. PISACANE, Saggi storici-politici-militari sull'Italia, voli. 4, Genova-Milano, 1858-60; cfr. IH, p. 108: ..d'Italia trionferà quando il contadino cangerà volontariamente la marra col fucile).
Nei Saggi, il Pisacane cerca di indicare una linea di svolgimento dell'arte militare italiana, dai Romani fino al 1848, prendendo in esame volta a volto, la tattica romana, l'esercito comunale, le milizie di ventura e la pratica della guerra dal '500 in avanti. Dedicato a rivendicare il primato guerriero degli Italiani il secondo saggio ha scarso valore scientifico, a detta del Pieri, che indica invece un motivo di interesse nell'esame dell'evoluzione bellica da Federico il in poi.
Ma ciò che costituisce l'originalità del Pisacane è la concezione della nazione armata; concezione che acquista particolare risalto se viene collocata nell'ambito delle polemiche e delle discussioni del tempo sul tipo d'esercito da preferire: tipo francese, prussiano o svizzero. Contro l'esercito di caserma, con disciplina eminentemente formale e preparazione militare da parata , il Pisacane, in nome del principio della giustizia sociale, fondamento dell'amor di patria, propone una nuova forma di esercito-milizia, studiandola nelle diverse fasi: reclutamento, addo-