Rassegna storica del Risorgimento
PEDROTTI PIETRO
anno
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1956
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pagina
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797
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Libri e periodici
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Ed ella* premurosa del bene di Itti, che dichiara apertamente di amare jusqu'au toni beau per le sue bel Ica qualités (a mon age lamitié est un senti meni par qu'on ne doit pas rougir d'aimer colui qui inerite de l'ètre ). maternamente lo consiglia di non lasciarsi abbattere dallo sconforto (le monde ne vaut pas la pcine qu'on se lourmente *), di non amoreggiare soverchiamente, di non lasciarsi troppo signoreggiare dall'immaginazione ( Ies poètes sont toua de méme s>), di non far troppo spreco del danaro, di essere meno incostante e più ragionevole e dì essere meno amante della gloriole du moment, e di tralasciar di intricarsi di politica e di voler sacrificarsi per gli altri (perso un e, per gonne ne merito quun bomme de bien s'occupe du public ) per dedicarsi entièrement aux let-tres, à l'elude, da cui soltanto potrà egli avere gloria e fortuna. E il Foscolo, sempre cortese e fervido, la ringrazia dei tanti consigli che essa affettuosamente gli scrive e delle cure che con tanta degnazione si piglia di lui e della poco fortunata sua sorte e riceve con riconoscenza le lodi che essa gli dà, ma non può vedere senza dolore che lo creda spesso quegli ehe egli non è. Le lettere nelle quali, senza venir meno al suo grande rispetto per la contessa, fieramente si difende dai rimbrotti non meritati costituiscono indubbiamente la parte del libro più interessante, perchè ci dan l'immagine più viva che nei precedenti volumi dell'Epistolario della grandezza del sentire del poeta. Egli, no, non è ambizioso de la gloriole du moment , perchè non la ha mai ambita da che vive e l'ha disprezzata per sempre , né si è mai lasciato adescare dagli applausi, né intimorire dal biasimo ed ha egualmente sdegnata l'adulazione e la malignità perchè non si è mai sentito atto ad adulare né a malignare. Ha peccato forse talvolta d'orgoglio sdegnoso , mai di ridicola e misera vanità . E della benedetta Gloria, poi, egli è assai freddo amatore: le pare uno scheletro che risplende per una certa randelli rei a nascostavi dietro dall'illusione. Essa, quando viene, vien tarda, confusa, dopo morte; data e negata, come tutte le altre cose, dalla fortuna; e dipendente dal giudizio del mondo; il -vero e quasi divino fratto della letteratura deriva dal libero, tranquillo esercizio delle nostre facoltà, dal disprezzo d'ogni cosa vile, e che, quasi usbergo d'acciaio, viene ad amarci il cuore, e ci fa sdegnare l'opinioni del popolo; e finalmente dal piacevole inganno che facciamo al tempo, noiosissimo per gli oziosi. Egli, si, studia e scrive, ma per ispirazione e per liberarsi da certo ardor segreto , e 6enza sforzarsi, perchè la Musa è per lui come un'innamorata che vuol rivedere ardentemente per alcun tempo e poi la lascia prima che ella gli si raffreddi o ch'egli se ne annoi: la letteratura ha per lui i periodi medesimi dell'Amore. Ma l'accusa che più lo angustia e su cui ritorna soventi è quella dell'incoerenza. Bisognerebbe che Ella fosse qui, e conoscesse tutte le passioncelle antiche, e rinsanguate, e le loro trame, e vedrebbe in che mani sarei . Ma, nonostante ciò, non viene e non è mai venuto meno ai suoi princìpi; e gliene dà le più ampie prove. Se ora torna ad ingerirsi nelle cose della guerra, ad esempio (così dirà dopo la battaglia di Lipsia), è per hi stessa costanza per la quale già si era ritirato: la sola, grande, onnipotente ragione per lai è che, quando è il ponto, bisogna trovarsi pronti ad ogni evento di giovare alla patria. La Fortuna non ha che fare con le intenzioni: il mondo dirà ciò che vuole: ma il fatto sta che la maggiore e più stolta incoerenza si è quella di voler fare a modo del mondo temendo più le sue opinioni, che i giudìzi della nostra propria coscienza. Ci fu un giorno in cui parve che la cordiale corrispondenza dovesse bruscamente interrompersi. La contessa, che era indubbiamente alquanto ciarliera (ma non, vivaddio l, come la dipinse il maligno Tommaseo, sfacciata, pettegola, curiosa, ancor più che pettegola, trista), si era lasciato probabilmente sfuggire nel conversare qualche parola sul conto del Foscolo che i malintenzionati interpretarono in senso cattivo: un po' dentro però dovette anche soffiarvi la Quirina, gelosetta e sempre inquieta, che diffidava della contessa, certa che essa pure sentisse per il suo