Rassegna storica del Risorgimento
PEDROTTI PIETRO
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1956
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labri e periodici
non cale le sue eroiche virtù. Riporterò qui solo i punti più significativi, e L'onore mio, e la mia coscienza, mi vietano di dare un giuramento che il presente Go* verno domanda per obbligarmi a servire nella milizia, della quale le mie occupazioni e l'età mia e i miei interessi m'hanno tolta ogni vocazione. Inoltre tradirei la nobiltà, incontaminata fino ad ora, del mio carattere col giurare cose che non potrei attenere, e con vendermi a qualunque governo. E rivolgendosi alla madre la prega di non querelarsi se egli si avventura come profugo alla ventura e al cielo >, perchè fu essa stessa che gli ha ispirati e radicati col latte questi generosi sentimenti e più volte gli ha raccomandato di sostenerli; ed egli li sosterrebbe con la morte. Non sono figlio disleale e snaturato se t'abbandono 5 perchè vivendoti più lontano, io ti sarò sempre più vicino col cuore e con tutti i pensieri e come in tutte le circostanze della mia diversa fortuna, io fui sempre eguale nell'aiutarti, così continuerò, madre mia, finche avrò vita e memoria; e la tua santa intenzione e la tua benedizione m'assisteranno.
E conclude: ... Or addio, addio. Addio Pippi; ama tua madre, e ascolta con religione i sentimenti che ti ispira. Cara Rubina, ti mando un bacio; e mille baci a te, madre mia, da cui chiedo, tutte le sere che vado a letto la tua santa benedizione. Addio, addio; e silenzio .
Ma vorrei che tutti i giovani d'Italia conoscessero la lettera per intero e la meditassero per trarne luce e sprone nell'aspra via della loro ascensione spirituale.
MASINO CIBAVECNA
GIUSEPPE TALAMO, Un moderato: Michelangelo Castelli (Quaderni del Risorgimento, 10); Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1955, in 8, pp. 116. L. 1200.
11 nome di Michelangelo Castelli è noto in Italia quasi unicamente per la sua amicizia intima con il Cavour e per i suoi Ricordi, il cui valore storico peraltro è assai tenue, data la soverchia intonazione agiografica. S'ignorano, o quasi, dai più, la sua collaborazione al Risorgimento, del quale in verità fu uno dei fondatori, anche se ne assunse la direzione il Cavour; t) la sua attività parlamentare almeno per quanto riguarda la prima legislatura e, in particolare, i Saggi usciti in Svizzera nel 1847, *) chiara espressione di un orientamento politico equilibrato e coerente. La ragione è che manco tuttora un compiuto studio monografico che, basandosi su molti elementi ancora inediti, metta nel dovuto rilievo il posto, sia pure di secondo piano, che a lui compete nella storia del riscatto nazionale. (Attento e preciso, ma alquanto rapido, è il profilo che a lui ha dedicato il Ghisalberti nel 1949). In buona parte ha cercato di sopperire alla bisogna Giuseppe Talamo con questo saggio, che, anche se frutto di ricerche limitate, merita sinceramente ampia lode per la novità di dati copiosi, per l'esatta valutazione del momento storico, per il sagace metodo critico con cui è condotto. La figura ch'egli ci offre del Castelli politico potrà, forse, in seguito a più larghe scoperte d'archivio, trovare una più solida prospettiva; ma, indubbiamente, se non resterà immutata, di poco potrà mutare la fisionomia fondamentale.
D II Paseamonti, nella voce dedicata al Castelli nel volume IX AcìVEncìelo-pedìa Italiana, scrive che egli fu chiamato dal Balbo a collaborare al Risorgimento e che nella redazione del giornale ebbe occasione di conoscere il Cavour. La conoscenza dei due uomini è indubbiamente precedente alla fondazione del giornale, come, d'altra parte, dimostra con sicura prova il Talamo.
2) Lo stesso Passoni orili attribuisce al Castelli due opere: Del parlilo moderato in Italia (1846) e Saggi sull'opinione politica in Italia (1847). Si tratta evi-dentemente di una deformazione dell'unica opera pubblicata dal Castelli nel 1847, Saggi sulPopinione polìtica moderata in Italia.