Rassegna storica del Risorgimento
PEDROTTI PIETRO
anno
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1956
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pagina
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803
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Libri e periodici 803
L'opera dovrà comprendere parecchi volumi. Ne SOM usciti sin ora tre: i due primi trattano dei Ministri del *48 e dei Miniatri del Piemonte dopo Novara; questo abbraccia un periodo più breve dei precedenti (corre infatti Bolo dal ritorno di Cavour a capo del Ministero ìl 21 gennaio 1860, che l'A. considera già il primo ministero della nnova Italia perchè formato di rappresentanti di tutte le regioni annesse al Piemonte e anche di una rappresentanza di Napoli e della Sicilia, alle dimissioni del ministero Rattazzi e alla costituzione, il 7 dicembre 1862, del nuovo ministero presieduto dal Farini). Ma è assai più ampio, perchè vi figurano personaggi che sin d'allora e per lunghi anni sempre con maggior rilievo furono tra gli esponenti più ragguardevoli non solo nel campo della politica} ma, spesso, anche in quelli del pensiero, del Parte, della scienza. Di qui l'importanza notevole dei lavoro, che ci fa assistere, sia pure di scorcio, ma con un racconto sempre lucido e, per lo più, sorvegliato, agli accadimenti, spesso drammatici, che si svolsero ben ai di là del termine prefìssosi dall'A.
Tre noni! campeggiano particolarmente nella densa raccolta: il Minghetti, il Depretis, il Sella.
Ben dipinto, nell'insieme, il carattere dello statista bolognese: nobilissimo di animo, leale a tutta prova, fervido di operosità civile, profondamente devoto olla patria e di mente sagace, provveduta di alta cultura. *) (Non fu d'ingegno troppo leggero , come l'accusò POriani, e basterebbero a provarlo, non i suoi smaglianti discorsi alla Camera, ma i poderosi studi di economia politica che aprirono nuove fruttuose vedute e che larga risonanza ebbero in tutta Europa). Ma, purtroppo, gli fecero difetto, più che al Moscati non paia, la prontezza nelle decisioni e l'energia nel sostenere ciò che egli pensava giovasse al pubblico bene. Errori gli si attribuiscono dagli storici contemporanei talvolta, forse in parte, a torto; ma non si può negare, tra l'altro, che sia stato un provvedimento poco avveduto (e se ne videro presto le conseguenze!) l'aver escluso dalla lista dei ministri del ministero presieduto da lui per la prima volta i rappresentanti piemontesi della Camera, E, indubbiamente, troppo lenta e dilazionata e ottimistica fu la politica finanziaria, da lui diretta nel biennio 1862-64, si che si aggravò enormemente il disagio della classe popolare, perchè le economie di bilancio da lui proposte con una forte riduzione delle spese ottennero l'effetto di assorbire, anzi di superare, il conto degli interessi. Ma pecca certo imperdonabile fu di aver diffuso, nel settembre del '64, notizie incomplete e vaghe sul contenuto della stipulazione con la Francia, stipulazione che assunse la certezza, nei più, di una rinunzia a Roma e, peggio, di non aver preso nessuna misura preventiva per i torbidi che naturalmente il fatto inaspettato avrebbe suscitati a Torino, affidando, per giunta, la difesa della rivolta (i morti furono 23 e 80 i feriti) ad un comando militare assolutamente inidoneo per la dolorosa bisogna. 2)
L'atto suo forse politicamente più degno di ricordo, ma che, sfortunatamente, non ebbe seguito, fu la presentazione al Parlamento, nel marzo del 1861, dei disegni di legge che, completandosi a vicenda, tendevano a costituire il nuovo ordinamento amministrativo dello Stato. Egli fu l'unico a comprendere allora,
i) Sulla sua formazione spirituale vedi l'articolo di ALDO BERSELLI, Il problema della libertà religiosa nel pensiero di M. Minghetti, in Rassegna storica del Risor-gimento, 1956, TI fascicolo.
2) Ai riferimenti bibliografici sulla questione citati dalPA. sono da aggiungere: F. GABOTTO, Documenti sulle giornate di settembre a Torino nel 1864, in Bollettino storico subalpino, 1912 e in Rassegna d'Italia (1915-16); N. VACCALLUZZO, La Convenzione di tettembre, in Nuova Antologia, 1 maggio 1923; B. SPAVENTA. La politica della Destra, Bari, 1916; G. MAGNI, M. M. uomo di Stato, Torino, 1894; e dello stesso MINGHETTI, La Convenzione di settembre, Bologna, 1899 e / partiti politici, Roma, 1943, ultima edizione.