Rassegna storica del Risorgimento

PEDROTTI PIETRO
anno <1956>   pagina <808>
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808 Libri e periodici
Moscati, Tiri sono permesso di rettificare onestamente alcune valutazioni che mi son parse non sempre intonate agli studi più recenti; ma mi spiacerebbe di essere frainteso. la una fatica di così largo respiro, condotta con tanta minuzia di dati vagliati su uomini e cose, di cui la storiografia italiana sol ora va facendo a mano a mano un'oggettiva revisione liberando, il campo spinoso dalle interpretazioni agiografi die e tendenziose, come è possibile non incorrere in qualche svista o in qualche apprezzamento non adeguatamente meditato? Tutto ciò, naturalmente, non toglie alcun valore all'opera pregevolissima di Amedeo Moscati, cui, di cuore* auguriamo Dio voglia concedergli sì lunghi anni ancora ond'egli possa por termine al nobilissimo compito propostosi e così felicemente inizialo.
MARIKO CIHAVECNA
CARLO DI NOLA, La situazione europea e la politica italiana dal 1867 al 1870 (Biblio­teca della Nuova Rivista Storica, n. 22); Roma, Sue. Ed. Dante Alighieri, 1956, in 8, pp. 135. L. 600.
CARLO DI NOLA, Contrasti politici in Europa dopo il 1870 e azione diplomatica del­l'Italia nella crisi d'Oriente e nel Congresso di Berlino del 1878 : Roma, Soc. Ed. Dante Alighieri, 1956, in 8, pp. 79. L. 750.
Quel periodo di storia europea che va dalla guerra austro-prussiana del 1866 al congresso di Berlino del 1878 continua a sollecitare l'interesse degli studiosi, che, sulla scorta di nuove scoperte d'archivio, tendono a documentare più minu­tamente le varie fasi diplomatiche attraverso le quali si venne affermando la ditta­tura politica della Germania del Bismarck. Ne parla ora, riprendendo le sue ricer­che sulla politica degli Stati europei durante il secolo XIX, Carlo Di Nola in due recenti volumetti.
Nel primo lavoro lo studioso analizza, con ampia documentazione, la situa­zione politica quale si venne determinando in Europa dopo gli avvenimenti del '66 e le ripercussioni che essa ebbe sul successivo conflitto franco-prussiano, lumeggiando particolarmente l'atteggiamento del governo italiano e i progetti di alleanza tra Italia, Francia e Austria. Dopo alcuni cenni d'inquadramento, ven­gono esattamente rilevati i fattori di irrequietezza che, all'indomani della sconfitta dell'Austria, minacciavano la volontà di pace da tutti solennemente affermata. Non poteva infatti sfuggire ai governi interessati quale grave pericolo costituisse per il loro futuro la formazione di un potente blocco germanico nel cuore dell'Europa. Di fronte a questa realtà le reazioni delle diverse diplomazie coincidono nella ricerca di nuove combinazioni politiche, con cui controbilanciare efficacemente l'azione sempre più estesa e pressante del cancelliere prussiano. In questo spirito, appunto, si svolge l'intensa attività diplomatica delle cancellerie di Parigi, di Vienna e di Firenze, su cui però fanno sentire il loro peso non trascurabile i rispettivi problemi particolari di politica interna. Trattando delle varie fasi della progettata alleanza italo-franco-austriaca, il Di Nola dà speciale risalto (cap. II) alle intese preliminari tra Austria e Italia, di cui tende, ci sembra, a sopravalutare l'effettiva importanza (Non è improbabile infatti che esse abbiano portato un peso non indifferente nel determinare la guerra franco-prussiana del 1870). Si voleva giungere almeno all'impegno di una neutralità armata, da trasformarsi eventualmente in un'azione militare, ma, come è noto, non se ne fece nulla. L'Italia, recuperato malamente il Veneto, era disposta ad entrare nel gioco delle alleanze solo a patto che ne derivasse un preciso impegno della Francia in favore della soluzione della questione romana; ma in merito nessuna promessa venne da Parigi. Per cui Napoleone III, non essendo riuscito ad ottenere un concreto appog­gio né da parte dell'Austria né da parte dell'Italia, si trovò inevitabilmente solo sui campi di Sedan.