Rassegna storica del Risorgimento
PEDROTTI PIETRO
anno
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1956
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pagina
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812
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812 Libri e periodici
(1947), mentre di tutta la suo ulti vita precedente l'avvento del fascismo non vi è nessuna traccia.
Alcune delle note critiche apposte ai singoli giornali non riescono sufficiente* mente convincenti. De La Nuova Riforma di Napoli (1913-1918) viene detto: <z Organo del Movimento cattolico modernista, il quale, per quanto estraneo alla democrazia cristiana di Romolo Murri, si dimostra permeato di profonda sensi bili là per " il popolo che lavora " (p. 126). Direttore de La Nuova Riforma era Gennaro Avolio, pubblicista di tipica formazione democratico-cristiana inumana, e le idee espresse dal giornale napoletano furono, almeno in gran parte, il frutto della propaganda svolta per lunghi anni dal Murri; è difficile, pertanto, considerare La Nuova Riforma estranea alla concezione della democrazia cristiana del sacerdote marchigiano.
Ma, tutto sommato, si tratta, lo ripetiamo ancora una volta, di piccole imperfezioni, che non avremmo segnalato se non per invitare a superarle nei prossimi volumi che 1'E.S.M.OX pubblicherà. D'altra parte, infinite sono le notizie che la bibliografia ci offre: si può seguire abbastanza bene l'influenza esercitata dal Mazzini e dal Cattaneo (del Cattaneo sappiamo che le lettere elettorali del 1867 non furono pubblicate solo nella Gazzetta di Milano, come appare dalla bibliografia cattaneiana del Levi, ma anche nella Libertà, un quotidiano democratico fiorentino che ebbe breve durata) sul movimento e sulla stampa repubblicana, democratica e radicale. Dalle citazioni e dai riferimenti si può intrawedere anche il diffondersi del pensiero di Marx nella Penisola ed il formarsi di una stampa marxista. Si incontrano nomi come quelli del Ferrari, del Bcrtani, del Mario, del Saffi, del Rosa, di coloro, cioè, che maggiormente contribuirono alla formazione di una coscienza democratica e, si potrebbe dire, operaia del nostro paese. Si può esaminare nelle sue grandi linee il dibattito che precedette la nascita del Partito Socialista Italiano e accompagnarne le vicende fino alla crisi fascista. Così, sia pure con le lacune che abbiamo denunziato, il movimento operaio cattolico emerge nei suoi motivi fondamentali da Bonomelli, Meda, Murri, Sturzo, Avolio, fino a De Gasperi, Dossetti, La Pira; si ritrova spesso una stampa aperta ai problemi sociali e disposta ad inserirsi con atteggiamento battagliero nelle polemiche del movimento operaio. Infine, materiale pure di grandissima importanza, ritroviamo i numerosissimi periodici sindacali e quelli delle organizzazioni cooperative.
Un'ultima osservazione: per i periodici che sono già stati oggetto di studio diretto e attorno ai quali esistono monografie, saggi, note, sarebbe stato certamente utile ed opportuno il richiamo bibliografico relativo.
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A proposito di studi monografici su periodici socialisti e operai, abbiamo prò* polo ora la pubblicazione della Storia dell'Avanti! di Gaetano Arfè. Si tratta di un nitido volumetto in cui l'Arfè esamina con non comune sensibilità storica e politica le vicende del quotidiano socialista, dalla sua nascita fino alla sua soppressione violenta per opera del fascismo. La storia dell'ovanti finisce coll'identifi-carsi colla storia del partito dì cui il giornale fu l'animatore, la guida, il coordinatore delle iniziative. E i direttori dell'Ovanti, cioè le personalità politiche più eminenti del socialismo italiano, ci sfilano davanti con i loto orientamenti, le loro idee, il loro temperamento, l'influenza esercitata sul partito.
La nascita del quotidiano socialista costituì un avvenimento non solo per il movimento operaio, ma per la stessa storia del giornalismo italiano: nasceva un giornale del quale le fonti di finanziamento risultavano più che note, rappresentate com'erano dalle spontanee offerte dei lettori giornalmente pubblicate; un giornale il cui direttore non rispondeva comò scriveva Turati a OBeuri pa-