Rassegna storica del Risorgimento

PISACANE CARLO
anno <1957>   pagina <9>
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Qualche appunto su Pisacane 9
stica, schiettamente individuale ma comune indistintamente a tutti, esercita una funzione regolatrice decisiva). Ritorna lo stesso concetto a p. 122 del Saggio sulla Rivoluzione, trasportato su quel terreno filosofico aasociaziomsta, organico, di mutuo sollievo ed aiuto, che costituirà la finale piattaforma ideologica nel pensiero del Pisacane, e che allarga ancora la catena già da noi analizzata: Amor di patria vi sarà ornando l'utile privato verrà indissolubil­mente legato confutile pubblico, quando ognuno, adoperandosi per proprio bene (sic: si noti la posizione preminente conferita all'attività personale dei singoli cittadini), farà eziandio il bene dell'universale. Ed ancora, sul piano scottante della concreta azione rivoluzionaria che sta per erompere, la val­vola di sicurezza dell'utile individuale serve bene al Pisacane per evitare le nebulose tirate millenaristiche dei demagoghi di mestiere e per riportare il problema sul piano degli interessi autentici della comunità nel suo complesso' (Svolgere e rendere popolari le idee, traendone quelle conseguenze che deb­bono condurre ad un utile materiale immediato).
Sembrerebbe vano ora, dopo aver esaminato l'originale soluzione che il Pisacane dà al problema dell'individualismo singolo e nazionale, sul piano-politico, militare ed etico, nel gran quadro della sua concezione determini-* stica della filosofia della storia, soffermarsi ulteriormente ad illuminare, in via conclusiva, il pensiero dell'esule napoletano sui particolari problemi economici e sociali, per ribadire la sua risolutissima avversione ad ogni concetto di volontà personale, dell'individuo umano, che cerchi di sforzare,, di alterare, l'armonia, prestabilita con imperscrutabile senso di giustizia, della realtà collettiva, considerata nella sua monolitica unità di corpo vivente e deliberante. Pure vano non è, quando si rifletta all'importanza preminente, in tempi recenti divenuta soverchiente, che questo sottofondo ininterrotto del pensiero di Pisacane è andato assumendo, parallelamente al suo mate­rialismo assoluto in campo speculativo, che in questa sede non ci riguarda. Vogliamo dire cioè che il socialismo di Pisacane, anche nelle sue manifesta­zioni tecniche e particolari, permea di sé tutta la sua impalcatura mentale, e suscita nuove preoccupazioni e nuovi rimedi contro il sempre paventato* perìcolo dell'inframmettenza d'un volontarismo del singolo individuo, che sciolga di proprio arbitrio il perfetto susseguirsi dei casi del destino storico. La polemica vivissima contro il testamento, contro un'istituzione che ancora nel 1869 il Congresso socialista di Basilea, dopo un memorabile duello ora­torio BakuninPaepe, riconosceva tollerabile ed in taluni casi feconda per hi prosperità nazionale, è un indice assai istruttivo della posizione di assoluta intransigenza assunta dal Pisacane contro le libere espressioni della volontà, individuale che tendano a modificare un determinato stato di cose, e pertanto-contro la volontà individuale tout court. E che dire della sua teoria sul progresso ? J) Egli lo nega, allo stato attuale dell'umanità, ed anzi lo con­danna come un delittuoso regresso in quanto, fomentato dall'industriosa atti­vità sfruttatrice di pochi, esso fa accumulare i suoi frutti in ristrettissime mani, immiserendo la moltitudine ohe sarà pertanto sospinta ad una terri­bile rivoluzione. Del progresso, quindi, come portato dell'azione di alcuni
0 I principali nemici del progresso, anzi senz'altro la forza che lo contrasta , sono naturalmente i principi (v. Saggi p. M).