Rassegna storica del Risorgimento

SICILIA ; GARIBALDI GIUSEPPE ; STATI UNITI D'AMERICA
anno <1957>   pagina <14>
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Howard R. Marraro
Nella 6ua risposta al Pastacaldi, ringraziandolo per rinvio delle armi, Garibaldi esprimeva la speranza che il magnanimo esempio farà sentire a tutti i nostri concittadini sparsi pel mondo, che anche lontani, si può effica­cemente contribuire alla grand'opera del riscatto italiano. Garibaldi assicu­rava che quelle armi saranno impugnate a difendere la causa del popolo .
A Samuel Colt, il generale Garibaldi indirizzava la seguente lettera in francese:
Noble colonel Colt,
Citoyen adoptif de la grande République, fiex d'apartenir à la cause universelle des peuples, j'accepte avec reconnaissance, au nozn de mon pays, votre offre bienveillante et généreuse.
L'arrive des vos armcs sera saluée panni nous, non seulement comme l'appui matériel envoyé par un liomme de coeur, à un peuple qui combat pour ses droits les plus sacrés, mais comme le soutien puissamment moral de la grande Nation Américaine .2)
Da Genova, il 5 febbraio 1860, il generale Garibaldi inviava la seguente lettera al Gomitato Nazionale Italiano di New York: 8)
Il Comitato Nazionale di New York, dirigendomi le cento armi da fuoco, dono generoso del colonnello Colt, mi ha onorato con sensi d'affetto e di stima da far insuperbire qualunque uomo d'onore !... Io accetto ricono­scente l'encomio benché assai superiore al mio merito e lo considero un omaggio alla sacra causa del nostro paese, piuttosto che all'individuo che brama con tutta l'anima sua di poterla servire una volta ancora.
Ho incaricato la direzione Centrale per il milione di fucili delle polizze, e del ricevimento delle armi suddette quando arriveranno in Genova, e non mi resta che ad esprimere la più sentita gratitudine per la gentilezza, e pa­triottica devozione dei signori componenti il Comitato. 4)
Pasquale Massone, il nuovo incaricato d'affari napoletano a Washing­ton, nel suo dispaccio n. 43, in data Washington, 18 marzo 1860 al Carafa,5)
1) Brid.
2) Ibid.
3) L'Eco d'Italia, New York, 17 marzo 1860.
*ì La premura del Garibaldi a ringraziare il Comitato Nazionale Italiano di New York si deve, almeno in parte, alla dimenticanza di includere i nomi di New York e Stati Uniti nel­l'elenco dei nomi imposti ai cannoni che furono il risultato della sottoscrizione nazionale del 1856. Il corrispondente di Nuova York dell'Opinione di Torino notava che la dimenticanza era di poco rilievo in se stessa, ma che per la promessa fatta ai sottoscrittori meritava di essere corretta tanto più perchè New York aveva inviato una somma che le dava diritto a due can­noni e che nella lettera con la quale accompagnarono il contributo espressero il desiderio che uno di essi fosse chiamato col nome di New York, e l'altro con quello d1Italiani agli Stati Uniti. L'Opinione, Torino, 19 febbraio 1860. È interessante notare come anche dopo la spedizione siciliana del 1860, gli Italiani d'America continuarono a raccogliere denaro per hi causa ita­liana. Un articolo apparso nell'Opinione di Torino, il 3 aprile 1862, intitolato Cento Cannoni, informava i lettori che i cannoni, tutti di ferraccio, rigati e del calibro di 16, usciti dalla fon­deria, erano 34, e che quattro 1,12,13,27 avevano il nometc All'Italia i suoi figli in California.
5) Archivio di Stato, Napoli. Il cavaliere Pasquale Massone annunziò il suo arrivo in America al Segretario di Stato in una comunicazione del 6 agosto 1859. Chiese il suo passaporto par ritornare a Napoli, il 24 settembre 1860. Lo sporco giornale si riferiva all'Eco d'Italia.