Rassegna storica del Risorgimento

ECONOMIA
anno <1957>   pagina <63>
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Breve rassegna di studi economici 63
La questione delle leghe (affrontata dal Ragionieri, in Movimento ope' rato, cit., pp. 45478) è al centro dell'attenzione italiana nei primi anni del sec. XX; e gli organizzatori sindacali, i dirigenti socialisti operano in tale direzione riuscendo a costituire e a consolidare uno strumento di lotta a sostegno delle rivendicazioni contadine. Anche in Toscana, superate note­voli perplessità si costituiscono le leghe che fanno le prime prove, di estremo interesse, specie per le lotte condotte dai mezzadri. Importanti in tale senso i primi documenti sia di tuia richiesta revisione del contratto di mezzadria (relativa ai contadini di Chianciano), sia di agitazioni e di scioperi in quelle campagne, pacifiche fino al 1902. Il riconoscimento delle Leghe e i nuovi contratti sono la conclusione delle agitazioni stesse, a Chianciano, in vai di Chiana e a Sarte ano; dai primi scioperi nel Senese prende avvio il movimento contadino in Toscana.
Tra i contributi, che da qualche anno si fanno sempre più precisi e lim­pidi relativamente al movimento operaio italiano, si può collocare questo scritto penetrante e documentato di Renato Zangheri, che perviene a risul­tati veramente illuminanti per la valutazione dei problemi politici e sociali nelle campagne italiane nell'ultimo trentennio del secolo XIX. l)
Di primo piano è il ruolo sostenuto da Andrea Costa nella organizzazione del movimento operaio e nelle lotte contadine del suo tempo, dalla nascita dell'Internazionale in Italia e dal diffondersi del socialismo in Romagna, fino alla morte. L'esistenza non di una, ma di molte Italie agricole, secondo Jacini, trovava una conferma nella profonda varietà delle coltivazioni e delle strutture sociali della penisola e nelle arretrate condizioni di vita e di lavoro delle plebi agricole. I problemi economico-sociali, che alcuni scrit­tori del Risorgimento (Ferrari, Cattaneo, Pisacane, Nievo, ecc.) avevano indicato e talora acutamente analizzato, ponendosi su di un piano ben più consapevole del paternalismo liberale, attendevano di venire affrontati con vigore e preparazione dalla classe dirigente italiana, ad unificazione avvenuta* Costa, che fin dal 1872 mette in risalto il contributo che potevano dare all'Internazionale i contadini nelle mani de' quali sta la maggior parte della rivoluzione , opera in questa direzione negli anni successivi, consa­pevole da un lato, specie dopo il 1879, delle nuove esigenze di lotta del par­tito della classe operaia, e dall'altro dei legami tra il socialismo e l'emanci­pazione dei contadini (cfr. ad esempio: la costituzione nel Forlivese della Federazione fra gli operai delle campagne nel 1881 ; l'azione di propa­ganda nelle campagne per le elezioni del 1882; i primi scioperi dei lavoratori agricoli, ecc.).
L'autore individua poi sulla base di lettere e documenti inediti l'atti­vità di Andrea Costa a favore della Associazione dei braccianti di Ravenna, e si sofferma sull'azione svolta alla Camera in varie occasioni: Le batta­glie parlamentari di Costa sono indirizzate contro l'immobilità conservatrice della classe dirigente, contengono prospettive e proposte che servono a porre riparo alle più gravi ingiustizie che affliggono le masse (p. 20).
Lo stesso processo di Venezia del 1886 contro i contadini mantovani, sul quale Costa scrive le corrispondenze pel Messaggero, fornisce ima impor-
1) RENATO ZAKGHEBI, Andrea Costa e le lotte contadine del suo tempo, in Movimento ope-raio, a. VII (1955), n. 1, pp. 1-30.