Rassegna storica del Risorgimento

FRANCIA
anno <1957>   pagina <75>
immagine non disponibile

Cronache di Francia
75
convulsa statua di Rodin: Eh, bien! mera panvre Rodio, cette fois encore un accident de trausport... . E ohe cosa avrà pensato l'organizzatore di quel­la esposizione di pittori d'avanguardia, udendo il presidente rispondere al suo invito: Volontiers, je vous suis les yeux fermés... ?... *) Ma c'è da sospet­tare che le pére Faliières , quel tipo di viaggiatore di commercio dalla barba pepe e sale, se la godesse un mondo a épater le bourgeois con quei mots narquois qu'il glisse sans insistance, d'une voix douce, u chante un soupeon d'accent meridional . Tanto più. che questo convinto homme de gauche è, realmente, un nomo colto, che ha letto Orazio, Montaigne, Di­derot ed ha saputo crearsi un suo volterianismo moderato. Un po' come Mas­simo d'Azeglio, si compiace di lamentarsi del peso del potere, della sua vo­lontà di non lasciarsi imprigionare all'Eliseo come il Papa in Vaticano, di atteggiarsi a sfaticato. Ma queste apparenze non -ingannano Joffire, il nuovo generalissimo, che si è sentito dire: la guerre, à mon avis, est en effet deve-nue un art d'ingénieur , né il presidente del Consiglio Poincaré, al quale Faliières rifiuta la firma di qualche decreto. Diable! on ne lui fait pas faire ce qu'on veut . E Edoardo VII confida a Wickham Steed che, tra tutti i capi di Stato europei, l'intelligence la plus avertie l'ha trovata in Fal­iières. 2) Non è senza significato che quattro dei maggiori nomini politici di Francia siano diventati capi del governo durante la sua presidenza: Gle-menceau, Briand, Caillaux, Poincaré. La sagesse élyséenne , nella quale s'identifica il settennato di Faliières, era forte d'una informazione di prima mano e d'una scaltrita, sorridente cordialità, che le assicurava simpatie e collaborazioni preziose in un'epoca che andava precipitando verso la grande crisi finale della prima guerra mondiale.
La place n'est pas mauvaise, mais il n'y a pas d'avancement , dirà con la solita maliziosa bonomia al suo dinamico successore. E non è detto che Raymond Poincaré, abituato fin dalle scuole medie ad essere sempre e dovunque il primo della classe, non abbia provato un segreto rammarico di questo limite fatale. Ragazzo precoce, cui fin dalla cullale Fate hanno predetto una carriera parlamentare, a trentatrè anni gli viene affidata la Pubblica istru­zione nel ministero Dupuy, ma sua madre protesta: Ce n'est pas une si-tuatiou pour un jeune homme . Maturo d'esperienza, nel gennaio 1912 è presidente del Consiglio, con un programma d'attività internazionale e di po­litica di prestigio, nel quale avrà la sua parte il clamoroso incidente con l'Italia al tempo della guerra libica per il Manouba e il Carthage. Davanti a una Camera, che aveva tro uvee frémissante , come egli stesso scriverà a Barrère il 22 gennaio, pronunciò un discorso, che, malgrado la miglior buona volontà e pur tenendo conto di indubbi errori da parte italiana, non sembrò adatto a calmare gli spiriti. D'altro canto, come commenta il citato collaboratore di Barrère, le cabinet Poincaré, né sous le signe de la suscepti-bilité nationale, était mis en demeure de justifier son avènement en affirmant sa fermeté pour la défense de la d ignite du pays . Questo spiega il tono risoluto del discorso, mais peut-étre plus haut qu'il n'cùt convenu pour
i) DAJTCETTB, op, v,it., p, 145. 2) Ivi, p. ISO.