Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE ; GIORNALISMO
anno <1957>   pagina <99>
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Vicende amministrative di giornali mazziniani 99
siero ed Azione al quotidiano L'Unità Italiana, pur esso di Genova, *) non­ché nel 1871 per dar vita al settimanale La Roma del Popolo. a)
Da questi pochi dati, che tanto per suffragare con qualche concreto esempio i rilievi sopra formulati si è venuti via via precisando, emerge chiarissimo un fatto: la scarsissima base finanziaria dei giornali mazziniani, 1 quali, pertanto, ben di sovente, non potevano continuare le loro pubbli­cazioni se non facendo appello con sottoscrizioni più o meno straordi­narie alla solidarietà dei propri lettori. Era questo, del resto, quanto sug­geriva lo stesso Mazzini: Cavare il poco dai molti , 3) in quanto ben sapeva come poche volte si potesse sopperire alle esigenze finanziarie della stampa del movimento da lui patrocinato con gli scarsi fondi a disposizione per le necessità organizzative del movimento stesso nel suo insieme. Ciò nonostante, reiteratamente, fu questa l'unica via cui attenersi per venire a capo di difficili situazioni altrimenti insolubili: così, ad esempio, il 18 di­cembre 1852 Mazzini si trovò costretto ad autorizzare l'Acerbi a versare cento lire dal fondo del Partito per cercare di far andare innanzi con mag­giore energia VItalia e Popolo, *) e analogamente, nel 1866, si dovette prov­vedere con contribuzioni del Partito Repubblicano Unitario a sostenere L'Unità Italiana di Milano, allora in gravissime difficoltà finanziarie. s)
Con tali situazioni amministrative era evidente che i giornali mazzi­niani non fossero ben spesso in grado di assicurare ai loro redattori e colla­boratori, non diciamo un adeguato compenso, ma neppure il minimo indi­spensabile anche per la più modesta delle esistenze* Lo stesso Mazzini che pure aveva, si può dire, come unico cespite di guadagno le collaborazioni giornalistiche non percepiva sovente il minimo assegno per gli scritti che, in gran numero, pubblicava su questo o quel periodico del movimento repub­blicano unitario. Molto significativo è al proposito quanto si legge in una sua lettera del settembre 1852: Vedete scrive a Nicola Ferrari 6) se potete migliorare le condizioni dell'/fa//a e Popolo. Con un tenuissimo fondo di retribuzione tra Quadrio, Sani, De Boni, Dall'Ongaro, Campanella e me, parmi che si potrebbe aumentare il circolo dei lettori. Con un duecento franchi al mese, ch'io ripartirei, credo potrei dirigere una buona collaborazione estera. Se riesco, come ho speranza, a collocare Quadrio tanto da aver la vita con 50 franchi al mese, v'assicurerei collaborazione abbastanza assidua da lui, con 50 l'avreste da De Boni e così da Dall'Ongaro. Io vi manderei una serie di articoli agli operai .
E in altra occasione, con riferimento allo stesso foglio genovese, Maz­zini aggiungeva, con amarezza: Sento dire che l'Italia e Popolo va male a finanze e che non può retribuire modicamente un'o o due collaboratori, tra i quali Piero [Gironi] appunto e un altro che conosco pure. Come mai? La re-
43 Cfr. la nota 8 alla pagina precidente.
2) Cfr. il numero programma del gìornnlo, in data 9 febbraio 1871, in cui è anche inserita tuia lettera diretta da Mazzini agli a Amici per ilioM rare le caratterbi ichc e le finalità del nuovo periodico.
3) Epistolario* voi. XXV, p. 837, lettera alla madre del 21 lagno 1852. *) Epistolario, voi. XXVI, p. 87.
5) Cfr. la iteasa Unità Italiana, del numero del 1 gennaio 1866.
6) Epistolario, voi. XXX, p. 93, lettera del 2 settembre 1852.