Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE ; GIORNALISMO
anno <1957>   pagina <102>
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Leonida Balestreri
nere almeno l'occorrente per pagare la metà della pensione e dell'affitto della camera, vale a dire trentatre lire..
E ancora peggio, naturalmente, stavano i collaboratori più o meno oc­casionali: così un certo Jules Piotrowski, il 22 luglio 1851, doveva insisten­temente richiedere la redazione dell*Italia e Popolo di corrispondergli les 40 frs. promis ani ne peuvent plus étre une avance au bout de 20 jours de travail . 2)
Il caso del Piotrowski mette al corrente di retribuzioni di due lire gior­naliere per lavoro redazionale in un quotidiano quale YItalia e Popolo, che pure come ben lo definì Jesaie "White Mario 3) fu il più splendido gior­nale democratico ohe l'Italia avesse mai .
Le cose tuttavia non erano diverse altrove. A Torino, ad esempio, at­torno al 1850, Cesare Correnti, che redigeva gli articoli di fondo de II Pro­gresso, percepiva novanta lire mensili, e parimenti era retribuito ed era deputato ! < Agostino Depretis che compilava i resoconti parlamentari: Francesco Crispi, che nello stesso giornale compiva insieme lavoro di redat­tore e di amministratore, era compensato con sessanta lire. *)
Ma, in verità, non c'è da stupirci dell'esiguità delle retribuzioni dei gior­nalisti durante il periodo del Risorgimento : erano tempi nei quali un com­penso di tre lire per un articolo particolarmente elaborato, vertente su argo­menti che imponevano un'opportuna specializzazione, appariva assai ele­vato. Ed infatti, nel 1851, quando il Remorino interpellò alcuni giornalisti per avere il loro parere circa la progettata trasformazione del quotidiano genovese Italia libera, si giudicò alquanto ardita la proposta di Piero Mae­stri di compensare con tre lire l'uno gli articoli storici sul socialismo, e di retribuire con cento lire mensili il corrispondente quotidiano da Torino. ').
Del resto, gli stipendi più cospicui percepiti da giornalisti mazziniani dovettero essere quelli di Maurizio Quadrio e di Vincenzo Brusco Onnis, che durante il periodo della loro direzione, a Milano e a Genova, al quotidiano I? Unità Italiana avevano centocinquanta lire mensili. È da notare peraltro che, quando ciò avveniva, il travaglio del Risorgimento nazionale si era già concluso, e conscguentemente i tempi eroici del giornalismo mazziniano dovevano considerarsi ormai superati.
Comunque a proposito degli stipendi or ora indicati non è fuori di luogo ricordare come fatto che ben esprime la tempra dei giornalisti maz­ziniani che Quadrio, essendo solo, lasciava due terzi del suo stipendio ai compagni di lavoro, di sacrificio e di lotta, e viveva con due tazze di caffè e latte al giorno . c)
Così la vita dei giornalisti mazziniani durante il Risorgimento. Se essa è nota come un'opera di fede che forse non ha pari, lo sia pure conside­randola nei suoi aspetti economici come un esempio di costante nobilis­simo disinteresse. ft
LEONIDA BALESTRERÀ
i) UMBERTO MONTI, Nàia redazione di un giornale mazziniano {Italia e popolo, 1851), in La Liguria del Risorgimento, Genova, 1925, p. 178 e 189.
2) UMBERTO MONTI, op, ci'/., p. 182,
3) JESSIE WHITE MARIO, Della vita di G. Mattini, Milano, Sonzogno, 1886, p. 387. *) '..'Ir. Gfiepi ptr un antico parlamentare, Roma. Edoardo Periua, 1890, p. 54.
5) I. CREMONA GQZZOUCTO, Maria Mastini, Genova. Ed. Importa, .1927, p. 20,7. A) Crispi per uri antico parlamentare, p. 81.