Rassegna storica del Risorgimento

1860 ; MEDICI GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <103>
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UN GIUDIZIO DI GIACOMO MEDICI SUL M TRATTAMENTO FATTO AI GARIBALDINI NEL 1860
Nel molto interessante Archivio Mario , conservato nel Vittoriano di Roma, e di cui, a suo tempo, compilò una esauriente notizia Emilia Morelli,*) abbiamo letto alcuni documenti relativi all' atmosfera morale in cui na­scevano, ma non si esaurivano, gli avvenimenti politici, sospinti dal vento della rivoluzione unitaria verso il sospirato epilogo. In attesa che un nostro ampio studio biografico su Alberto Mario, inquadrato nella storia del Risor­gimento, veda la lnce, sarà opportuno anticiparne qualche spunto, dato il particolare interesse che i documenti riservati assumono per la illuminazione di un periodo della storia nazionale, dal cui sfondo incandescente emergono le figure dei protagonisti con tutte le loro passioni. Non è eerto alla loro vee­menza di lottatori che bisogna chiedere temperanza e serenità di giudizi mentre ardeva la mischia, ma anche al nostro più pacato sguardo di posteri giova la luce cruda delle loro testimonianze, per goderci il quadro in tutta la sua drammatica bellezza.
E noto lo scontro fra Garibaldi e Cavour alla Camera Subalpina per la cessione di Nizza alla Francia; ed è interessante riportare il giudizio di Gian Domenico Guerrazzi, famosa testa calda, che aveva assistito alla seduta e partecipato alla discussione, il quale ne scriveva a Mazzini, in una lettera datata il 27 maggio 1860 da Torino: ...Io ho preso a mezza vita il Cavour, questo insolente aristocratico più ricco, più ingegnoso assai, e più amabile (non ci vuol di molto) del Ricasoli; l'ho sbatacchiato in terra; l'ho visto impalli­dire, illividire. Il giorno dopo si è rivelato come un serpente, e mi ha morso, non gli ho replicato subito da farlo arrabbiare più che mai. Poteva rispondergli più acerbo, ma lo evitai per prudenza. Il Ferrari ha fatto un discorso da sba­lordire.... Ebbene, Garibaldi, al di sopra della mischia, stendeva cordial­mente la mano a Cavour, l'anno dopo, e lo salutava dittatore d'Italia, mentre egli non aveva potuto essere dittatore del Mezzogiorno. Senonchè, non ba­stava la cocente ferita di Nizza ad esulcerare il suo animo, si aggiungeva anche l'angosciosa delusione per l'umiliante trattamento riservato ai gari­baldini, platonicamente ricinti della gloria dei Mille, con l'amaro ricordo della disgustosa scena dell'incontro a Teano col sopraggiunto Re. Non è il caso di accennare alla copiosa letteratura esistente sul famoso episodio, ed è sem-
l) Emilia Morelli da notizia dell' Archivio di Jessie Whitc Mario in ima nota illustrativa nella quale è detto che la raccolta è una delle più ricche fra quelle conser­vate sol Museo del Risorgimento di Roma, e comprende 35 cassette e 12 volumi, secondo l'ordinamento già dato nella Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma, dalla quale la raccolta stessa passò alla Biblioteca del Risorgimento ed ora con l'Archivio documentario al Vit­toriano , Rassegna Storica del Risorgimento, a. XXV (1938). pp. '106-108.
La lettera inedita ohe qui pubblichiamo è trascritta dal Due. 91 del Voi. 12 della raccolta sopra descritta. Anche l'interessante lettera di G. D. Guerrazzi a Mawsni e con­servata nella stessa raccolta. Data la familiarità della Mario con Mazzini, è verosimile che la stessa l'abbia rioevuta in copia, tramite il marito Alberto Mario, in quel tempo in intima collaborazione con l'apostolo dell'imita*