Rassegna storica del Risorgimento
CADDEO RINALDO
anno
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1957
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pagina
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131
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Libri e periodici 131
ancorché li legasse una tenace passione (è l'opinione, che mi par del tutto accettabile, del Codignola) e il desiderio prepotente di rivedere i figli lontani e di attrarli nell'orbita del suo infuocato patriottismo, risvegliato probabilmente in qnel momento dalla nuova maternità, di cai l'A. tace del tatto, come neanche una parola dedica all'amaro destino cui ella andò incontro serenamente (fa inseguita, ammonita più volte, sorvegliata e infine carcerata) senza poter raggiungere che tardivamente il suo nobile scopo.1)
Circa l'eccidio dei fratelli Bandiera l'A. attribuisce senza alcuna esitanza la diretta responsabilità al ministro inglese degli interni. Sappiamo, invece, che è un punto tutt'altro che chiaro codesto nella tragica impresa. Se ne sono occupati, senza peraltro risaltati concreti e definitivi, il Palamenghi Crispi, il Pierantoni. il Baltaglini, e, non è molto (Nuova Hisioria, 1950) il Carbone, con lettere inedite custodite nella biblioteca dell'Università di Harvard, dalle quali si apprende che i Bandiera, prima di conoscere la precisa dimora del Mazzini, erano già da tempo in corrispondenza con i più noti esuli della Grecia e delle isole dell'Egeo e dell'Ionio.
E ancora. La difesa di Roma nel '49, che giustamente (come dice la Dell'Isola) resterà dans Phistoire cornine une des pages les plus glorieuses du Rìsor-gimento . è però da lei rappresentata come un vero idillio tra l'Assemblea, i cittadini, j comandanti dell'esercito, il Triumvirato : un seni coeur, une volonté unique. Si è compiuta così la fusion da pays, ed è stata creata la nation ita-lienne . Nessuno indubbiamente intende negare la grandezza dell'eroico evento, ma perchè non ricordare in una pubblicazione che si propone, come afferma il Bourgin in alcune pagine introduttive al lavoro della Dell'Isola, di rifuggire da ogni tentativo di hagiographie , almeno al conflitto delle autorità militari con gli interessi cittadini (su cui abbiamo lo studio ampio di Aldo Romano e il recente, assai pregevole, della Morelli), conflitto che fu una delle cause, e tra le principali, della debolezza sostanziale della effimera repubblica? Ma, in verità, tutto il libro è impeciato di panegyrique , ad onta dei propositi di chi l'ha scritto. La figura poi del Mazzini è ritratta con i più sgargianti colori. Invero l'A. (dobbiamo essere sinceri) ha ben delineata la dottrina mazziniana che fa risalire a Dio ogni aspirazione generosa, della cui volontà è interprete il popolo, destinato ad una progressiva ascensione, e ha anche compreso di lui la logica tutta interiore, persistente e imperiosa, perchè dominata da intima necessità, e ha messo anche in chiara evidenza la efficace funzione educativa esercitata segnatamente sulla gioventù; ma si è lasciata troppo trascinare dall'entusiasmo per il suo per* sonaggio nel valutarne la posizione di fronte alla storia. Essa non solo lo colloca vicino a Dante, a Colombo, a Galilei, ma lo considera nientemeno che un instrument de Dieu, la voix de Dieu sur terre, l'interprete de son com-mandement, l'I io ni me à qui Dieu a confié une idée immortelle . E come scrittore lo ritiene senz'altro uno dei più grandi del suo tempo: la sua prosa, che è ormai dalla critica contemporanea giudicata per lo più indeterminata e mono* tona (con molto chiaroscuro e molta ombra, ma senza contorni, la disse il De San ci is), ella la paragona, riportando l'immagine di un poeta, alla cadence de l'onde dans sa mer notionale, la Mediterranée.
Ma se qualche esagerazione è consentita a chi, forse, è esordiente nello stadio degli accadimenti del passato, non è però da tollerarsi che, unicamente per motivi di partito, essi siano compiutamente travisati. Così è dell'A., la quale, certo con
i) Sulla triste odissea di quegli anni della donna, mirabile per forza d'animo e saldezza di propositi, son da ricordare, oltre il succoso orticolo su questa rivista ( ottobre-dicembre 1954) di Pietro Pcdrotti, le calde pagine con inediti del sempre compianto Antonio Monti nel suo stadio Un nuovo volto di Giuseppe Mazzini (Milano, 1945).