Rassegna storica del Risorgimento

CADDEO RINALDO
anno <1957>   pagina <132>
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Libri e periodici
premeditazione (a come altrimenti si spiega?) nega assolutamente che Cavour abbia dato rapporto che effettivamente diede, e assai considerevole, alla causa nazionale; anzi, a suo avviso, egli s'appuyant sur une dynastie étrangère, mora* lement dìscreditée parce que parjure , non solo ha travaillé pour le néant ma, per giunta, è stato fatale per l'Italia e funesto à l'Europe et au monile . lAhommc de Turin , come ella chiama con irriverente ironia Cavour, fu solo un personaggio di secondo piano: privo di spirito di umanità e di fervore patriottico, che seppe approfittare a dismisura des avantages que l'action de l'autre (cioè del Mazzini) lui preparali ; ma per Ini l'Italie ne vient qu'en troisìème licu ( !), perchè la sua constante ambition fu de porter au fatte de la puissanee la dinastie de Savoie . Ma il popolo italiano, essendosi costituito in repubblica en soriani de l'anime, au milieu de ses ruincs ha fatto final-niente giustizia all'ideale mazziniano: le parti republican que prèside Pacciardi est le continuateur le plus directe et le plus conscient de sa doctrine. Così PA. A. me pare cosa inspiegabile (e lo dico apertamente) che da un Georges Bourgin, il quale ha vaste e sicure cognizioni sul nostro Risorgimento (e ce ne ha date non poche prove), la signorina Maria dell'Isola non abbia saputo ricavare indicazioni precise, se non di amori nostri che han discorso del Cavour o direttamente o indirettamente, con più coscienza (POmodeo, ad esempio, il Salvatorelli, il Val* secchi, lo Stefani), non facili, forse, a trovarsi in Francia, per lo meno di francesi, come il de la Rive, il Matter, il Paléologue, dai quali fu già messo chiaramente in rilievo il carattere non solo italianissirao, ma pure europeo, della politica cavour riana. Ma, qual si sia la ragione, come è somma giustizia riconoscere il grande contributo portato alla causa unitaria dal Mazzini, segnatamente con il suo potente afflato spirituale, cosi è somma ingiustizia rinnegare ciò che ha fatto per la reden­zione della Patria il Cavour, risolvendo i problemi posti dai repubblicani con sagacia diplomatica senza confronti, dominando gli eventi anche più ardui spesso con le audacie più impensate, nel segno sempre della libertà, ma congiunta all'ordine, conservando sempre, sino agli ultimi istanti della sua vita faticosa, il senso di una responsabilità superiore. E l'ignorare o il non voler comprendere, peggio se per deliberato proposito, che nel dissidio, in apparenza irriducibile, tra il Mazzini e il Cavour, legati per altro da una mutua inconsapevole correlazione, sta il nesso essenziale su cui gravita tutto il Risorgimento italiano significa, per conto mio, essere semplicemente del tutto fuori della storia. Perciò è vana ogni discussione.
MARINO CUUVEGNA
ANGELO FIUPUZZX, La pace di Milano (Quaderni del Risorgimento, 7-8); Roma, Ateneo, 1955, in 8", p. 375. L. 2800.
Ben meritevole di particolare menzione è quest'opera di grande lena, che, per la controllata serietà di una validissima documentazione, in massima parte inesplorala e per la ricostruzione minuta e sapiente della realtà dei fatti, si può considerare come modello d'indagine e di valutazione. Sulla vicenda della pace di Milano del 6 agosto 1849 si eran radicati nella tradizione storica del passato, di carattere prevalentemente agiografico, non pochi errori (e alcuni assai gravi), dei quali non ai son del tutto liberati neanco gli studiosi più vicini a noi, dotati di miglior senso di obbiettività e di maggiore padronanza critica. Il Filipozzi, già noto per qualche fruttuosa ricerca, peraltro di molto minor respiro, per rista bilire in pieno la verità e per dissipare pregiudizi e malintesi che furono già causa di lunghe e incresciose polemiche ha voluto rivedere di sana pianta il complesso problema, ma dall'altra parte, risalendo cioè direttamente alle fonti ufficiali austriache che trattano dell'argomento (rapporti, dispacci, istruzioni al plenipotenziario a Milano, verbali delle sedute del Consiglio dei ministri, minute autografe) che son conservate, inedite e quasi tutte sconosciute, in fascicoli separati