Rassegna storica del Risorgimento
CADDEO RINALDO
anno
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1957
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Libri e periodici
mente i rimbrotti e la mancanza talvolta persino del dovuto rispetto e per esercitare a Vienna l'effetto opposto a quello che sarebbe stato provocato dai suoi dispacci testimoniano le copiosissime prove offerteci dall'A. Comportamento che non piacque certo al governo austrìaco, il quale sin dall'arrivo della copia del* l'armistizio concluso con Vittorio Emanuele temette che il maresciallo si lasciasse andare a concessioni troppo larghe e contrastanti con le esigenze che l'Austria credeva di aver diritto d'imporre al vinto. Si è perciò che nella riunione d'urgenza del Consiglio dei ministri ad Olmiitz il 31 marzo per discutere circa il testo dell'armistizio già firmato e il rapporto allegato del maresciallo, il principe Scbwar-zenberg scelse quale plenipotenziario da inviare in Italia per trattare con il Piemonte per la pace il ministro del commercio e dei lavori pubblici Bruck, che a lui parve il più. idoneo a sostenere gli interessi austriaci di fronte alle resistenza della Sardegna e ad esercitare nel contempo una valida influenza sul troppo arrendevole maresciallo perchè con energiche parole aveva condannato, durante la seduta, l'azione svolta dal vincitore di Novara nel convegno di Vignale e aveva particolarmente messo in evidenza Terrore, a suo avviso, assai forte, di non aver per nulla contrattato il problema finanziario. E al Bruck fu dato senz'altro la designazione e l'ordine di partire immediatamente per l'Italia senza neppure attendere la formale nomina sovrana e la compilazione delle istruzioni da parte del presidente del Consiglio quale ministro degli esteri : l'una e le altre gli furono poi recate due giorni dopo dal barone Brenner, segretario di legazione, messogli al fianco appunto perchè conservatore retrivo e ultra aristocratico. Ma la sua nomina fu sventura per noi, perchè principalmente a Ini si deve se le trattative, svoltesi con frequenti sfuriate e minacce, si trascinarono così a lungo, con alterne sospensioni e riprese, destando nel paese continue trepidazioni e scoraggiamenti e diffidenze dei giornali e degli uomini di opposizione. Autoritario, invadente e ambiziosissimo, a Milano egli estese arbitrariamente, profittando delle difficoltà politiche in cui si trovava allora il suo governo, il campo delle sue competenze giungendo quasi ad attribuirsi le funzioni di capo del dipartimento. Egli trovò modo, sia durante le giornate delle trattative sia durante i lunghi intervalli inattivi, causati in buona parte dalle sue intransigenze, dai. suoi odi, dalle sue volgari recriminazioni, di tutto ciò che accadeva in Italia, dentro e fuori delle frontiere della Lombardia, e non ci fu questione della nostra politica vecchia o nuova che egli non abbia avocata a sé per risolverla senza (sia ben inteso) alcun preventivo consenso delle parti responsabili; e non ci fu nessun personaggio austriaco incaricato di qualche missione presso di noi che egli non abbia diretto, facendosi mandare rapporti e inviandogli a sua volta, di propria iniziativa, istruzioni, lodi, rimproveri a seconda del suo particolare giudizio. E inorgogli al punto da desiderare, con speranza ferma, il ritorno delle ostilità in Piemonte (polo cosi in vero ai possono spiegare le sue caparbie ostinazioni) per aver l'onoro di imporre, dopo una vittoria delle armi austriache da lui ritenuta sicura e celere, al Piemonte, da Torino, la resa incondizionata. E pensare che il Luzio, tra gli altri, lo definì un uomo sensato!
La sua incomposta alterigia egli manifestò Sin dal primo giorno in cui si insediò a Milano la commissione per la pace. Senza indulgere in preamboli, di cui egli non era in realtà capace, data la sua mentalità di commerciante tedesco, mise subito sul tappeto le basi su cui, a suo avviso, era possìbile trattare e che avrebbero potuto condurre ad una soluzione abbastanza rapida. Invero il progetto preparato dal principe Schwarzcnbcrg consisteva di sei articoli principali e di aggiunte addizionali; ma il Bruck, senza darne lettura ai presenti, prospettò senz'altro come preliminare la discussione sugli articoli che concernevano la ricostituzione dello status quo territoriale e il risarcimento dei donni di guerra (per lui codesta questione assumeva una speciale importanza). Ma se sul primo argomento nessun disaccordo ero sorto, sul secondo invece la bufera si addensò sì