Rassegna storica del Risorgimento
CADDEO RINALDO
anno
<
1957
>
pagina
<
138
>
138 Libri e periodici
relativi all'attività propriamente militare e strategica del condottiero, compilazione che potrebbe avere pur i suoi aspetti utili, specialmente come opera di consultazione, egli intende superare i limiti di un'impresa di carattere puramente tecnico e punta deciso verso uno studio storica che, facendosi Weltgeschichie, colloca al centro il capo di stato maggior generale dell'impero austro-ungarico esplorandone minutamente pensiero, condotta ed azioni per giudicare sul loro sviluppo in rapporto alle circostanze e alle capacità dell'uomo cui erano stati affidati compiti decisivi per le sorti del paese e della monarchia.
È stato osservalo da qualcuno, più o meno profano di questo genere di studi e di ricerche, che il Regelo non avrebbe tenuto conto sufficiente del materiale esistente nell'archivio politico della Minoritenplatz, ma tali voci non diminuiscono l'importanza fondamentale dell'opera, che, lo ripetiamo, presenta un aspetto prevalentemente umano e tecnico-militare piuttosto che diplomatico; il nostro autore, che conobbe da vicino la vita delle ambasciate e che probabilmente, forse senza accorgersene, non ne riportò un'impressione proprio del tutto edificante, non vuole tenere in conto di somma importanza la collaborazione dei diplomatici e lo stesso ministro degli affari esteri Aehrenthal, con il quale Conrad ebbe rapporti spesso meno che cordiali e comunque raramente improntati a sentimenti di vera e propria collaborazione, esce dalla trattazione generale del volume alquanto maltrattato.
Non occorre dire che questo sarebbe il secondo aspetto dell'opera, nel quale il Begele ha trovato o va trovando censori poco benevoli. Il conte Aehrenthal, che fu l'ultimo anello di una aurea catena di diplomatici, i quali dal Ballhausplatz fecero spesso risuonare una parola autorevole nelle corti della vecchia Europa, non c'è bisogno di sottolinearlo in questa sede, trova ancora molte simpatie sulle rive del Danubio e non pochi lettori rimangono certo perplessi o magari con trariati allorché s'imbattono in citazioni di questa specie: Dopo una battaglia perduta nessuno s'interessa di sapere se il ministro degli affari esteri abbia fatto una cattiva politica, né se il ministro della guerra abbia sostenuto con sufficiente energia le necessità dell'esercito, né se il parlamento abbia accordato lo stanziamento delle somme necessarie agli armamenti: il nome del condottiero rimane invece esposto per sempre a tutta la posterità, e la storia legherà indissolubilmente i vari Bcnedek, Mack, Gyulai, Bazaine, Mac Mahon e Kuropatkin alle più grandi sciagure degli Stati e dei popoli (126).
E qui avrebbe potuto chiudere l'enumerazione il nome del nostro protagonista ; ma bisogna riconoscere che alla mano di chi scriveva è venuta meno la forza di continuare.
Allorché il Regole afferma che pur avendo posseduto l'impero austro-ungarico nel momento più grave della sua storia un ministro degli esteri di grandi qualità ed un capo di stato maggiore di formato eccezionale, poiché le due personalità non si compresero, derivò per Io stato un danno talmente rilevante, che non potè sopravvivere alla catastrofe (127), al lettore non rimangono più dubbi sulla parte seguita da lui nel corso di tutta l'opera. Del resto è fatale che l'autore s'innamori del proprio eroe, anche se lo sforzo inteso al raggiungimento della così delta obiettività è dovunque evidente e la preparazione ha tutti i requisiti della più scrupolosa serietà scientifica. Il maresciallo Conrad è nato genio e, sottoponendosi ad una ferrea disciplina, ha dato alla natura il suo completamento totale (450), avverte Io scrittore; egli aveva acquistato tutte le qualità del più grande condottiero di ogni tempo, ma il soldato deve avere anzitutto la fortuna dalla sua parte, mentre Conrad fu il condottiero senza fortuna (558), davanti al capo di stato maggiore dell'esercito austro>ungarieo si sono ammucchiati soltanto ostacoli, la sua via non è mai stati) illuminala dal sole (ivi).
Né si può dire che al Begele siano mancati gli argomenti più seri e convincenti per avvalorare la tesi cosi ardentemente accarezzata: le difficoltà incontrate