Rassegna storica del Risorgimento
CADDEO RINALDO
anno
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1957
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pagina
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139
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Libri e periodici 139
nell'interno del paese per prepararlo alla guerra, l'ampiezza immensa del fronte orientale e carpati co-danubiano ; l'invadenza Infida dell'alleato germanico, la stragrande superiorità numerica del nemico scopertosi più tardi sul fronte meridionale, tatto è stato acutamente esaminato e documentato con uno scrupolo ed una rie* chezza di dati, che, come si è già avvertito, l'opera acquista importanza eccezionale anche per i tecnici dell'arte militare e della strategia.
Ciò che impressiona maggiormente il lettore, vorrei dire, sono i confronti, le cifre, le statistiche, le proporzioni. Il parlamento dì Vienna si comportò diversamente da quello italiano, il quale, dopo la disfatta di Caporetto, espresse li propria fiducia nell'esercito, quasi che fosse stato il senato romano dopo la disfatta di Canne (495). E qui come anche in tutto il resto del suo libro, sia detto di passaggio, il Rcgele appare decisamente superiore a quegli animi meschini, che non hanno esitato, specialmente nell'immediato dopoguerra, a scagliare il fango contro l'ex alleato delia Triplice. Occupandosi di un soldato senza macchie, soldato e cavaliere di antico stampo anche lui, non dice una parola, che sappia di polemica, di rancore, di odio e di vendetta. Le sue osservazioni ed affermazioni sono mantenute nei limiti più severi della scrupolosità e della serietà scientifica. Così quando osserva che in Russia, subito dopo l'inizio della guerra, i comandanti d'armata Salza, Schilinskij e Rennenkampf perdettero il proprio co* mando; che in Italia prima del mese di ottobre 1917 non meno di 807 fra generali e colonnelli erano stati allontanati dai loro posti e, che in meno di 10 mesi soltanto, a 10 comandanti di corpo d'armata era toccata la medesima sorte; che nell'esercito germanico ogni generale, che si ritirava, doveva abbandonare regolarmente il proprio posto; mentre nelle forze armate austro-ungariche su 32 comandanti dì armata, malgrado le diversità delle nazionalità cui appartenevano le truppe e gli ufficiali e delle lingue da essi parlate, soltanto 4 nel 1914 e 5 negli anni 1915-18, 9 complessivamente, furono esonerati dalle loro funzioni (477), il nostro autore ha di mira soltanto la meta, che egli si è quasi inconsciamente assunto: mettere in evidenza la disciplina creata nel suo esercito dal generale Conrad, le sue impareggiabili doti di organizzatore, di conoscitore di uomini, oltre che di stratega e di combattente; nessuna punta di disprezzo nei confronti della parte posta sull'altro piatto della bilancia.
Si è detto che il capo di stato maggiore dell'esercito austro-ungarico non avesse una sufficiente capacità di conoscere l'animo dei suoi dipendenti?.
È falso , risponde il Regele e fornisce le prove per avvalorare la sua asserzione.
In qualunque opera storica della prima guerra mondiale si cerchi il nome di Conrad, lo si trova sempre accompagnato dalla osservazione, che era un rappresentante della guerra preventiva (113) nota esattamente il nostro autore ; ma poi fa seguire pagine e pagine per dimostrare, da una parte, che non fu l'unico grande condottiero a pensare come Ini, e dall'altra che la fama gli è stata attribuita a colpa, soprattutto perchè Conrad ebbe la sfortuna di dover operare sotto un ministro degli esteri, che non cessava di assumere posizioni nettamente contrastanti con le sue.
Chi mai non ha approfittato del momento, in cui il nemico è debole, per attaccarlo? E poi il concetto di guerra preventiva è illogico, è stato solo uno slogan applicato al capo di stato maggiore austriaco a scopo propagandistico e denigratorio. L'Italia stessa aveva dato l'esempio attaccando i Turchi nel 1911, allorché quel paese era paralizzato da gravi disordini interni, e lo seguiva attaccando l'Austria nel 1915, quando questa era gravemente impegnata altrove (Ufi). Conrad insomma più che rappresentare il principio della guerra preventiva, voleva lo pace sostenuta dalla forzo, come vuole l'antico proverbio si vis pacctn para bellura e come ban fatto i più grandi uomini del secolo scorso: Mettermeli, Schwarzenbcrg, Bismark, di cai W. Churchill ha seguito l'esempio recentemente sostenendo il