Rassegna storica del Risorgimento
1814-1848 ; AUSTRIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; VENETO
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1957
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Nicola Mangini
di Verona si esprimeva in un rapporto al consigliere di governo Cristoforo de Passy, nelle cui mani era la direzione della pubblica istruzione nel Veneto: non esservi alcun comune della provincia Veronese che abbia fondi per la pubblica istruzione) e che solo il parroco di Albaredo, in via privata però esternò la -disposizione di stabilire una fondazione per una scuola elementare nella sua Comune.
À Venezia, che, come sede di governo, godette anche in questo campo delle maggiori cure, la situazione migliorò presto e sensibilmente. Nel 1821 la citta contava già una scuola elementare maggiore normale , dieci scuole minori maschili e dieci femminili con un totale di 1.673 alunni. La scuola normale, che nel pruno anno contava duecento alunni, raddoppiò tale numero nell'anno successivo, anche per l'annessione della scuola di magistero. Nel 1822 fu aperta anche una scuola maggiore femminile e l'esperimento dovette dare un esito confortante, se negli anni successivi altre scuole del genere furono attivate nelle principali città venete.
Comunque, pur con le notate differenze tra città e provincia, un certo complessivo sviluppo vi fu, se nel 1848 si potevano registrare le seguenti cifre: scuole 1.661 (34 magg. - 1.565 min. 62 femm.); alunni 86.266, (79.880 m. 6.386 f.); maestri 1.120 (oltre i catechisti e gli assistenti). Non è molto, se si considera che circa i due terzi dei fanciulli sfuggivano all'obbligo scolastico, ma è un indice di progresso indiscutibile, se, obbiettivamente, si tengono presenti le condizioni in cui si trovava questo ramo della pubblica istruzione prima dell'intervento del governo.
Dunque, tralasciando per il momento l'aspetto politico, è da concludere che l'ordinamento della istruzione primaria, pur non mancando di difetti, recò nelle Provincie venete dei miglioramenti innegabili. Da uno stato di estrema decadenza gli studi elementari, in questo trentennio, salirono a un discreto livello; e se l'analfabetismo nel 1848 era ancora una grossa piaga, non si può negare che fu l'Austria la prima ad iniziare un piano organico di risanamento intellettuale. Infine è da rilevare il grande beneficio che il governo austriaco portò anche nel Veneto, con l'estendere l'istruzione primaria anche alle fanciulle, secondando cosi una esigenza viva del tempo.
2. distruzione secondano. Fin dal secolo XVII l'istruzione grammaticale e filosofica era monopolio quasi esclusivo dei collegi e dei licei tenuti da ordini religiosi e dai Gesuiti in particolare. Con l'avocazione della pubblica istruzione allo Stato le scuole secondarie, però, non cessarono di seguire il tradizionale indirizzo umanistico. Durante il Regno italico questi studi rimasero in parte affidati ai vecchi precettori, però il governo diede facoltà ad ogni dipartimento di erigere a proprie spese ginnasi e licei, che invero sorsero in buon numero, con nuovi programmi più aderenti ai tempi. Tuttavia al momento della restaurazione austriaca la situazione dell'istruzione secondaria era tutt'altro che soddisfacente nel Veneto. A Venezia i tre ginnasi esistenti, unitamente alle 7 scuole cantonali di grammatica, contavano solo 600 alunni. A Chioggia il seminario apriva al beneficio comune un corso di grammatica, di retorica e di filosofia, ma misere erano le risorse di questo istituto, mancante persino del convitto. A Concordia (Portogruaro) vi era un seminario con convitto, mentre il comune manteneva una scuola grammaticale. Nelle altre provinole si notava una situazione pia o meno discreta nei