Rassegna storica del Risorgimento
1814-1848 ; AUSTRIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; VENETO
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1957
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774> Nicola Mangini .
laudo pcx prudenza da considerazioni sui tempi recenti, s'innalzavano e si perdevano tra le innocue nubi della mitologìa classica per ridiscendere e concludere con la immancabile incensazione alla magnanimità di Sua Maestà Augustissima. *)
I licei furono riordinati in base alla risoluzione sovrana del 9 novembre 1816 e modellati in tutto sulle facoltà filosofiche esistenti.2) H corso di tali studi fu fissato in tre anni, ridotti poi a due nel 1825, dopo i quali gli allievi idonei potevano essere ammessi alle facoltà universitarie. Anche i licei, come i ginnasi, erano retti da un direttore, mentre il compito ispettivo era affidato ai regi delegati provinciali.
Uno speciale regolamento avevano i licei-convitti, la cui direzione era affidata a un provveditore.3) Sia a Venezia, sia a Verona ogni anno venivano messi a concorso trentacinque posti gratuiti e trentacinque semigratuiti, a cui tulli potevano concorrere, ma che venivano preferibilmente assegnati a figli di r. impiegati o a coloro che vantassero speciali benemerenze paterne.
I professori dei ginnasi e dei licei venivano assunti in base ad un esame di concorso, cui erano ammessi se in possesso, tra l'altro, di certificati che attestassero che avevano compiuto all'Università i corsi di pedagogia, di storia universale ed austrìaca, di letteratura classica, di filologia greca e di estetica. La nomina degli insegnanti era di competenza del sovrano e nelle mani di un suo rappresentante i nominati dovevano prestare il prescritto giuramento di servizio.4) La formula, non priva di sagge proposizioni, conteneva un'esplicita dichiarazione riguardante le società segrete, dalle quali i professori dovevano ben guardarsi.
Alcuni studiosi di questo momento storico non esitano ad accusare di incapacità i professori, cui l'imperiai governo affidava la pubblica istruzione. Ora se questo giudizio può essere singolarmente vero, è, però, inesatto nel principio. Il governo, anzi, e me ne fan fede i molti documenti esaminati, adoperò ogni cura nella scelta degli insegnanti, che voleva ottimi sotto ogni punto di vista, anche per infrangere i pregiudizi che gravavano sulle scuole pubbliche. Di ogni candidato il governo indagava le opinioni politiche e religiose, i costumi, la capacità professionale e la fama pubblica. Particolarmente severi erano i regolamenti per quanto riguardava i costumi e non pochi furono gli insegnanti espulsi dagli istituti per mancanze contro la moralità. Era inoltre ad essi proibito di suonare in orchestra, come pure di far l'attore sulla scena. E nello stesso ordine di idee è da considerarsi quella disposizione, con cui si ordinò il trasferimento di quei maestri e professori oriundi tedeschi mancanti di sufficienti cognizioni della lingua italiana. Per cui, se è indubbio che i sentimenti politici degli aspiranti erano una pregiudiziale nella assegnazione delle cattedre, mi sembra del tutto infondata l'affermazione che la pubblica istruzione veniva affidata a persone di provata fedeltà all'Imperatore, non importa se incompetenti . s)
1) Cfr. Gì PELONI, AUoctuìone sul piano degli studi ginnasiali, Venezia, 1820.
2) La costituzione dei licci si basò in gran parte sul Regolamento organico pa1 hici, Milano, 1807.
*) Regolamento per gli II. RR. Convitti maschili di Venezia t Verona, Venezia, 1833. 4) Cfr. in Appendice, doeum. n. 1.
s) A. MAÌUOTTIJ Organismo e aziono delle Società segrete nel Veneto durante la seconda dominazione austriaca, Venezia, 1929, p. 13.