Rassegna storica del Risorgimento
1814-1848 ; AUSTRIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; VENETO
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1957
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775
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La politica scolastica dell'Austria nel Veneto dal 1814 al 1848 775
L'attuazione del piano di riforma.della istruzione secondaria procedette con una certa lentezza, ma nel trentennio che stiamo esaminando vi fu, comunque, un sensibile progresso. L'opera di riordinamento e di livellamento dell'insegnamento ginnasiale e liceale che il governo si era proposto non poteva certo completarsi in breve tempo, onde sono ben comprensibili le irregolarità e le inadempienze segnalate nei rapporti degli ispettori, in particolare nei primi anni dell'attivazione del nuovo piano.
I maggiori ostacoli non vennero dai comuni, delle cui attribuzioni si teneva ben poco conto, ma dai seminari, poiché i vescovi, gelosi delle antiche prerogative dei loro istituti, si mostrarono generalmente ostili all'invadenza austriaca. Così il vescovo di Ghioggia non intendeva accettare il nuovo piano di studi, né intendeva inviare i suoi chierici lungi dalla sua sorveglianza a fare gli studi teologici in altri seminari. E il vescovo di Udine si rifiutava di introdurre nel suo ginnasio i testi di istruzione religiosa prescritti da Vienna, non giudicandoli idonei. Ma non c'era niente da fare e, ad evitare guai peggiori, anche i vescovi meno favorevoli al nuovo governo dovettero chinare il capo. Si concesse loro di conservare la sorveglianza nei loro seminari ( eterogenei stabilimenti ) e di essere i direttori del proprio ginnasio, ma fu loro imposto di introdurre il nuovo ordinamento degli studi ginnasiali sotto alla qual condizione soltanto possono restare presso di loro . x)
Nei piccoli centri, lontani dalle scuole governative, il Governo aveva concesso ai vicari foranei e ai parroci la facoltà di istruire nelle materie grammaticali qualche giovane della propria parrocchia di particolari doti. Ma la concessione degenerò presto in abuso. I parroci accolsero un numero più vasto di giovani e, inoltre, non si limitarono ad istruirli nei corsi grammaticali, ma procedettero anche in quelli di umanità. Naturalmente fioccarono a più riprese disposizioni e circolari, per reprimere tali abusi e riportare quella concessione nei suoi limiti originari. Ma il Governo non voleva rendersi conto che l'origine dei lamentati abusi dipendeva quasi esclusivamente dal precario stato finanziario dei parroci di campagna. Basta por mente al fatto che ben 702 parroci del Veneto non raggiungevano la fissata congrua di 500 lire italiane annue I 2) Onde appare per lo meno ingenua la pretesa del governo che quelli non approfittassero di una facoltà loro concessa per migliorare le proprie coudizioni.
Ad ogni modo lo sviluppo di questo settore della istruzione, almeno quantitativamente, fu di un certo rilievo. Nel 1818 si contavano 16 ginnasi: cinque ginnasi regi (due Venezia, Padova, Verona, Legnago); quattro ginnasi comunali (Vicenza, Bassano, Udine, Treviso); tre ginnasi vescovili (Rovigo, Belluno, Feltro); quattro ginnasi privati (due Verona, Venezia, Padova); complessivamente in questi istituti vi erano circa tremila alunni.
Nel 1844 i ginnasi, tutti sotto il controllo governativo, erano ventiquattro e così suddivisi: quattro ginnasi regi (due Venezia, Verona Padova); quattro ginnasi comunali (Verona, Udine, Vicenza, Bassano); dodici ginnasi vescovili (Venezia, Chioggia, Concordia, Verona, Udine, Padova, Vicenza, Treviso, Ceneda, Belluno, Feltre, Rovigo); quattro ginnasi privati (Venezia, Verona,
1) Collezione Uggì e regolamenti pubblicati daWI. R. Governo delle ptovineio venete, a. 1817,
v. IV, parte I.
1) A. SAKDONA, Il Regno Lombardo-Veneto, Milano, 1912, p. 126.