Rassegna storica del Risorgimento
1814-1848 ; AUSTRIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; VENETO
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1957
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779
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La polìtica scolastica dell'Austria nel Veneto dal 1814 al 1848 779
veniva registrata nei rapporti periodici della polizia. A volte, quando si trattava di ecclesiastici, si preferiva invitare il rispettivo Vescovo a prendere le misure del caso.
Abbiamo visto come l'elemento ecclesiastico occupasse un posto preminente nel campo dell'istruzione. La scuola primaria era parrocchiale, gli insegnanti erano nella maggior parte ecclesiastici, come pure i direttori dei ginnasi e dei licei, nonché gli ispettori. Tuttavia errerebbe chi, come il San-donà, pensasse che tale preminenza del clero negli affari scolastici costituiva una vera concessione fatta al clero cattolico, una diminuzione della autorità statale di fronte a quella ecclesiastica ed una perniciosa confusione di autorità . ') In realtà nulla di tutto questo. Nelle relazioni tra Chiesa e Stato questo periodo segna una supremazia del potere civile su quello religioso; e quello si serve di questo per colorire di legittimità il suo dispotico dominio. Infatti l'Austria non diede le scuole al clero cattolico, bensì si servi di esso in tutti i rami dell'istruzione. L'ossequio esteriore e formale verso la religione e i suoi ministri non ci deve trarre in inganno. I regolamenti scolastici e soprattutto i rapporti di polizia ci chiariscono nel modo più completo che gli ecclesiastici prima di essere ministri di Dio, dovevano essere sudditi fedelissimi di Sua Maestà.2) Godevano infatti di una speciale sorveglianza quegli ecclesiastici, che nei rapporti della polizia erano definiti bigotti e papalini , cioè, traducendo in un linguaggio più, obbiettivo, uomini di vera pietà e fedeli alla S. Sede. Davano ombra anche le comunità religiose; infatti a Verona i Filippini o Preti dell'Oratorio venivano vigilati quasi come una società segreta, poiché veniva loro attribuito lo scopo di volersi rendere sostenitori delle prerogative pontificie!3)
Verso i Gesuiti invece il Governo austriaco fu piuttosto largo di favori. Ferdinando I concesse loro di aprire ospizi e scuole anche nel Veneto, ove la pubblica opinione non era affatto favorevole ad essi. Nel 1842 ai Gesuiti veniva affidato il ginnasio comunale di Verona e Panno seguente li troviamo anche a Venezia. Altro segno di benevolenza del Governo era che i maestri dell'ordine venivano dispensati dal prescritto esame. H motivo di un tale trattamento è da ravvisarsi nell'alta opinione che a Vienna si aveva dei Gesuiti, la cui opera, per dirla col Metternich, tendeva al mantenimento del trono e dell'altare e al trionfo dell'uno e dell'altro sui loro avversari.
Questo ci conferma ancor più nell'opinione che la religione e il clero furono solo uno strumento nelle mani dell'Austria, che usò l'una e l'altro esclusivamente per il raggiungimento dei suoi fini dispotici.
La sorveglianza sugli studenti non era minore. In questo campo si partiva dal principio che il buon costume è il fondamento di una buona educazione. Principio giusto, ma tale non era il metodo, informato a un sistema di diffidenza e di sospetto e basato su una eccessiva severità nella interpretazione strettamente letterale delle leggi e dei regolamenti. Per questo la sorveglianza nelle scuole si risolveva in una spietata repressione di tutte quelle forme di
!) A. SASJDONÀ, op. c, p. 146.
B) Carte segrete e Atti ufficiali della Polizìa Austrìaca in Italia (1814-1848), Capolago, 1851, v. II, ti. 302.
8) G. BIAJDEGO, La dominazione austriaca e il sentimento pubblico a Verona (1814-1847),
Roma, 1899, p. 40.