Rassegna storica del Risorgimento
1814-1848 ; AUSTRIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; VENETO
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1957
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780 Nicola Mangini
esuberanza giovanile, che si volevano rinchiudere negli angusti termini di astratte disposizioni. I giovani venivano sorvegliati nelle conversazioni, nelle amicizie, nei momenti di ricreazione e si tenevano d'occhio persino nel periodo delle vacanze! Ma soprattutto si esercitava una feroce sorveglianza sui libri che passavano tra le mani degli studenti. L'I. Censura aveva il suo da fare pei vigilare su tutte le pubblicazioni e naturalmente anche su quelle scolastiche. Si è già accennato alle varie deficienze che presentavano i libri di testo. Gli anni passavano, le idee mutavano, ma i libri scolastici restavano sempre quelli... del secolo precedente! L'unica novità era data dal fatto che ogni tanto i censori reputavano opportuno far tagliare qualche frase pericolosa. Neppure i classici sfuggivano a questa sorte umiliante.1) Oltre i testi scolastici c'è da domandarsi che cosa quei giovani avrebbero potuto leggere, dato che gl'illuminati censori austriaci ponevano tra i libri proibiti le opere di Lucrezio, Svetonio, Dante, Boccaccio, Alfieri, Hugo, Goethe, tanto per citarne alcuni!2) Però tante severe disposizioni dovevano agire come lo stimolo più forte, almeno negli alunni meno deboli, a cercare quei libri proibiti, che un organizzato contrabbando diffondeva per le provincie venete e lombarde.
Naturalmente erano proibite anche le edizioni estere dei libri indicati. Quanto sapeva di estero metteva in allarme la polizia, che in ciò vedeva un costante pericolo all'ordine costituito. Strettissima era la sorveglianza degli studenti stranieri ed un minimo sospetto era sufficiente, perchè fossero allontanati dagli istituti e anche dal regno.
Era abitudine invalsa nelle classi nobili e colte di inviare i giovani, che si destinavano agli affari o alle carriere liberali, in Toscana pour y apprendre la langue . Ma l'Austria non poteva permettere tali liberalità; infatti ben presto fu proibito lo studio negli istituti esteri e si arrivò anche a proibire ohe i sudditi austriaci accettassero diplomi onorifici di dottori da università straniere. A più di uno deve essere capitato quanto si legge nell'Avena: a un tale, che aveva chiesto di andare a Firenze per studiarvi gli artisti e le opere d'arte, si rispose consigliandolo a trasferirsi nelle varie capitali dell'impero austriaco, dove, del pari che nelle città estere, esistono maestri e opere d'arte per farvi la pratica desiderata!3)
La politica oppressiva dell'Austria, a lungo andare, non poteva certo predisporle favorevolmente l'opinione pubblica dei Veneti. H regime paterno e la corretta e sollecita amministrazione aveva suscitato inizialmente una ondata di speranze. Ma col passare degli anni, l'assoluta mancanza di libertà politica da una parte e il disagio economico dall'altra avevano diffuso tra tutte le classi un certo malcontento, che diveniva sempre più profondo.
Nel campo scolastico si sentiva l'insufficienza delle scuole esistenti e il ceto nobile lamentava la mancanza di istituti, dove i loro figli potessero venire educati nelle arti cavalleresche. Infatti molte restrizioni avevano dovuto subire, tra le altre, anche le scuole di scherma, limitate ai capoluoghi di provincia, ad eccezione di Padova a causa dell'Università.
1) Cfr. in Appendice, docum. n. 3.
2) V. MAX.AMA.NJ. La censura austriaca delle stampe nelle Provincie venete, in Rivista Mtariea del Risorgimento italiano*, 1897, p. 692 sgg,
3} A. AVENA, La censura delle stampe in Verona durante la dominatione austriaca (181*-1866), io // Risorgimento italiano, a. II (1909), p. 952 sgg.