Rassegna storica del Risorgimento
1814-1848 ; AUSTRIA ; ISTRUZIONE PUBBLICA ; VENETO
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1957
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781
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La politica scolastica dell*Austria nel Veneto dal 1814 al 1848 781
Il popolo intese molto tardi il bisogno della istruzione e se le scuole sì affollarono di giovani di varia condizione, fu perchè pochi potevano trovare occupazione nell'esercizio dei mestieri, dell'agricoltura e del commercio, essendo ogni cosa in uno stato di grave abbandono. Nelle scuole, dunque, il ceto popolare e ancor più quello medio videro soltanto una possibilità di futuro guadagno e certo l'ideale di parecchia gente fu quello di diventare un i. r. impiegato.
Il Governo cercava di accattivarsi la pubblica opinione col concedere sussidi agli studenti di famiglie bisognose particolarmente meritevoli e le domande per ottenerli furono sempre numerose.1) Ma si trattava pur sempre di benefìci di carattere politico e di limitata efficacia. Non dimentichiamo che il principio dominante era quello di escludere le classi povere da una istruzione superiore, in quanto disadatta alla loro condizione.
Un lucido quadro della situazione, riflettente i vari umori dell'opinione pubblica sul problema scolastico, lo ai può trovare in quel discorso che il Tommaseo tenne il 30 dicembre 1847 all'Ateneo Veneto sulla condizione delle lettere italiane, da cui traiamo la parte che più ci interessa: ... Se date retta ai dolenti, eglino vi diranno (e in quel dire è certamente del vero) che le scuole moltiplicate non sempre moltiplicano gli scolari valenti né i poderosi maestri; che le materiali precauzioni usate verso gli insegnanti non ispirano l'amore del bello e la fede del grande, ma fomentano la diffidenza, imbaldanziscono la pedanteria; vi diranno che da tante scuole di latino, di greco, di storia e d'altre cose assai, escono giovani in maggior numero di prima ignari di prosodia, di grammatica, d'ortografia, disamorati dello studio, sicuri d'aver col primo passo già tocca la meta; vi diranno che nel clero secolare e nel regolare la scienza assoggettata ai comuni vincoli, non prende forza, non acquista sul popolo autorità; vi diranno che i figlioli del popolo dalla tentazione di tante scuole sedotti, togliendosi improvvisamente fuori dalla condizione paterna, né d'altra parte trovando pungoli acuti e conforti generosi allo studio, si rimangono malcontenti, schiavi di fattizi bisogni, peso alla società, ai governanti minaccia... . 2)
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Giunti alla fine del nostro studio, ne possiamo sintetizzare i risultati con alcune proposizioni conclusive.
Il piano di riforma che l'Austria introdusse nel Veneto nel campo della pubblica istruzione segnò un indubbio progresso nell'evoluzione di questo ramo dell'amministrazione, specie se si confronta la situazione scolastica delle Provincie venete con quella di gran lunga meno confortante degli altri Stati italiani durante Io stesso periodo. Ma l'opera del Governo, non derivando da presupposti sociali ed educativi, ma da presupposti politici, aveva il suo limite in partenza.
Coerente alla sua politica dispotica ed accentratrice, l'Austria tolse all'arbitrio di individui ed enti l'educazione delle giovani generazioni. Questa gioventù, da cui nuovi pericoli potevano venirle, essa volle educarla a modo
1) Cfr. In Appendice, docum. n. 4.
2) Cart segrete, cri,, v. Ili, n. 572.