Rassegna storica del Risorgimento

VENEZIA ; MARINA ; GRAZIANI LEONE
anno <1957>   pagina <790>
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790 Robert O, J. Van Nuffel
Purtroppo non sappiamo a che ora attesto accadesse. Ma ciò che possiamo affermare è che il modo escogitato dal Mengaldo stesso, secondo ogni pro­babilità appena egli acconsenti all'imbarco del Palffy per tener fede alla promessa fatta al governatore) era assai più sicuro di quello a cui si ricorse in seguito. Ecco un documento inoppugnabile che ne dà la prova.
Comando della Guardia Civica di Venezia. N 3. Venezia li 22 Marzo 1848.
Il Signor Ottonello Graziani emetterà tosto l'ordine pel richiamo della Squadra Marittima, avendo sospeso la partenza del Vapore del Lloyd fino a nuovo ordine per cui quel Bastimento si obbligherà a toccare prima il Porto di Pota; e perchè la cosa abbia Veffetto sicuro incaricherà un'Ufficiale di tutta sua confidenza perchè rechi l'ordine al Comandante della Squadra; e perchè il Vapore passi a Pota pria di arrivare a Trieste. Favorirà riferire tosto Voperato perchè si possa ordinare la partenza del Vapore che per ora fu sospesa.
Pel Governo provvisorio
il Comandante della Guardia Civica
f.to Aug." Dr. Mengaldo
H plico sigillato era indirizzato al Sig. Colonnello Graziani, provvisorio Comandante la Marina. Giunse al destinatario, giacché figura nel suo archivio.
Si può dedurre, da questo documento, che il Mengaldo - e di conseguenza la commissione municipale aspettò invano la notificazione dell'operato e che, convinti della necessità di agire presto, i suoi colleghi e lui stesso finirono colParrendersi alla proposta sostenuta da Leone Pincherle, quella cioè di consegnare i dispacci allo stesso Maffei. Questo accadeva verso le due della notte. Proprio in quel torno di tempo la commissione municipale decideva di rimettere il potere nelle mani di Manin.
Per qual ragione il Graziani non diede seguito all'ordine preciso datogli dal Comandante della Guardia Civica ? A nostro parere, le spiegazioni pos­sono essere due.
Ricordiamo anzitutto che, nel gennaio 1847, egli era stato membro della commissione di difésa del porto di Pola, a capo della quale stava il Buratovich. Poteva dunque mandare ad un ufficiale austriaco, che sin alla mattina stessa era stato suo superiore, l'ordine di rimandare a Venezia la flotta austriaca ? Non possedeva, in quel momento, né carta intestata, né sigillo. Quale sarebbe stata la reazione del Buratovich ?
D'altra parte, ho accennato alla testimonianza di Benko von Boinik. Giudicando la mossa del governo provvisorio, Io storico austriaco commenta: Dass ein solcher, jede Vorsicht bei Seite Iassender Vorgang nicht etwa vor-her schon gepflogenem Einverstabdnis mit den fern von Venedig befindlichen Schiffskommandanten gegriindet war, ist durch den kompleten Misserfolg bewicsen, den die provisorische Regierung in ihrem Bestreben erlitt, die Jc. k. Kriegschiffe aus Pola, Dalmaticn und dcr Levante an sich zu siehen. ')
Nicht etwa vorher. Ma il Benko stesso dice che sin dal 22 marzo l'ordine fu emanato e controfirmato dal Manin per il Governo provvisorio mentre il 22 il Manin non faceva parte del governo provvisorio. D'altra parte, il
i) S. v, la relazione del Culoz in MATICIIESI, op. eif., p. 505.