Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <793>
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Giuseppe Giacomo Daini edico 793
pandone la raccolta nel 1841 a Venezia. Mosso da tale esempio e dagli in­coraggiamenti del grande patriotta e scrittore, il Dalmedico aveva raccolto i proverbi e poi i canti del popolo veneziano della città e dell'estuario e territori limitrofi in un libro che ora è quasi introvabile. La parte pub­blicata nel biennio rivoluzionario ') era stata da Ini destinata alla vendita a beneficio della difesa di Venezia assediata dagli Austriaci mentre sua mo­glie si prodigava in favore dei crociati partiti per il Piave e ritiratisi gra­dualmente fino a Treviso, Mestre, Marghera, il ponte sulla laguna; confe­zionava indumenti e versava con puntuale periodicità il suo obolo. 2'
Brano tempi in cui tutto si offriva alla Patria, dalle fedi nuziali ai ma­terassi, tenacemente ripetendo: Se xe andà i anei, no xe andà anca i dei ! e la famiglia Dalmedico si distinse in questa gara di generosità. 3) Ma non solo l'aiuto materiale Angelo Dalmedico dette a quella grande mendica della quale conservò sempre con cura religiosa, con zelo e pietà instancabili lo spirito e le tradizioni . 4) Dello spirito e del carattere veneziano egli fu ve­ramente uno dei rappresentanti più compiti per la festività e l'eleganza, per
1) Furono gli editori veneziani A. Santini e F. a pubblicare nel 1848 il 1 voi. in -8* dì 228 pp., intitolato Canti del popolo veneziano per la prima volta raccolti e illustrati. Merita menzione, a questo punto, la dimestichezza ricordata dal figlio Giacomo che Angelo D. ebbe con il tipografo-editore F. A. Perini, il cui stabilimento trovavasi a S. Canciano, n. 5400; quest'ultimo stampò, a partire dal 1848, il Giornale della Guardia Nazionale', 6. Pe-ruzzini (redattore di tale foglio insieme a F. Welten) si rivolgeva spesso al Dalmedico per chiedere suggerimenti sull'opportunità di stesura di certi articoli.
Altro giornalista del tempo, molto amico di Angelo, fa Augusto Giustininn nipote di Daniele Manin che nel 1848 insieme a Francesco Bcrlan curava la redazione del gior­nale buffo (a suo tempo) politico e pittoresco (Sior) Antonio Rioba [vcd. in proposito varie notizie nella mia Storia e passiona di una rivoluzione italiana, Firenze, Cya, 1952]. Per questo quotidiano (non ben visto dall'autorità ecclesiastica, che il 21 die, 1848 lo vietò, con una circolare di S. E. il Cardinale Patriarca ai parroci) e poi per il triset rimanale II Mondo Nuovo (che dal 1849 s'iniziò a pubblicare ogni lunedì, mercoledì e sabato), redatto questo pure dal Giustinian, era il Dalmedico che passava vari pezzi.
2) Conservo una delle ricevute così formulata (le parole in carattere tondo sono a stam­pa, quelle in corsivo ad inchiostro): N. 35/2625. Ha pagato la cittadina Dalmedico Marianna per Maggio 1849 a favore della Patria correnti lire tre diconsi L. 3. Venezia, li i maggio 1849. L'incaricata per la Parrocchia di S. Marziale: Anna Molin Correr .
3) Tra l'altro Angelo D. ricordava il figlio Giacomo aveva partecipato coi più attivi promotori a due manifestazioni patriottiche assai riuscite. La prima era stata la com­memorazione dell'I die. 1848, celebrativa della Lega Lombarda, il glorioso patto stretto con­tro lo straniero nel 1167 dai Comuni dell'alta Italia. Nell'occasione il Comando generale della Guardia nazionale aveva pubblicato il seguente o.d.g.: La solenne giornata d'oggi verrà chiusa con una produzione nel teatro della Fenice, produzione il cui ricavato e destinato a beneficio della Guardia Civica, e specialmente a sopperire alla torturante inopia dei cappotti. Vi con­correremo in istrettn uniforme. Marsieh .
L'altro spettacolo, per la cui organizzazione molto si era adoperato Angelo 1)., era stato indetto nel teatro S. Bonetto (* Benedetto), ora Rossini , il 27 genn. 1849, por no­bile iniziativa ed a spese degli ufficiali napoletani in servizio a Venezia, nell'annuale del-l'insurrezione di Napoli. L'intero introito (circa 2800 lire) fu devoluto a beneficio della Re­sistenza da organizzatori, artisti e dallo tosso proprietario, essendosi rinunciato non solo a qualunque compenso, ma pure ni rimborso delle spese.
4) Angelo D. ricordava sovente in famiglia come il 22 marzo 1648, erompendo dal po­polo veneziano che Daniele Manin arringava in Piazza grida di Vivo la Repubblica 1 , Viva la liberià ! , Viva S. Marco I , fosse comunemente sentita e palese la convinzione e la gioia del ripristino della Repubblica Marciana, quale fulcro dell'integrale unità indiana. Cfr. in proposito la mia comunicazione su La rivoltolone di Venezia, presentata al con­gresso milanese del 1948 dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano.