Rassegna storica del Risorgimento
DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno
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1957
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pagina
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795
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Giuseppe Giacomo Dalmedico 795
tL - Nel 1859, all'età di 8 anni andai colla mia famiglia a Milano, per prendere parte alle giornate celebrative della sua liberazione. Agli ospedali Maggiore e di S. Prassede erano ricoverati i feriti italiani e francesi ed io portai al letto di ognuno due sigari Cavour... e,mentre, connaturale seni* plicità raccontava a me, bambino, ricordi ed impressioni della sua infanzia, io m'inebriavo ripromettendomi d'imitarlo; così nella prima guerra mondiale recai, da esploratore nazionale, maglie e guanti di lana ai nostri alpini, riconvincendomi oggi, a tanta distanza di anni, di quanto valga l'educazione familiare nella formazione civica dei ragazzi.
Prima di ripartire da Milano continuava con voce pacata imparai a memoria alcune poesie e canzoni patriottiche; nessun doganiere avrebbe potuto sottrarmi quello che avevo in mente e questa era un cliché inesauribile per le riproduzioni da farsi anche in iscritto e da divulgare tra i fra' telli irredenti . *) Modeste precoci prodezze di bimbo, che gli facevano sfavillare gli occhi d'intima soddisfazione.
Degli ingovernabili (come a Vienna si denominavano gli irrequieti patriotti del LombardoVeneto) casa Dalmedico, nei pressi di S. Fosca, era divenuta un'operosa centrale. 2)
roco Giovanni Molinai-i con voti 465. nel 9 il canonico Pietro Arrigoni da Chioggia con voti 133, nell'I!0 il parroco Giovanni Nichetti con voti 896 ed U parroco Iacopo Modenato con voti 394. Visite frequenti si scambiavano Angelo D. e il sacerdote Giovanni Dall'Asta, il qual'oltimo oltre agli interessi, aveva rinunziato il 16 gennaio 1849, alla proprietà della cartella di prestito del valore di lire 97, in favore della Patria, dispiacente di non poter fare di più .
Sessantanni dopo il figlio Giacomo coltivava un'amicizia deferente e devota col cardinale patriarca di Venezia La Fontaine.
t) Della seguente poesia composta da Giovanni Prati nel 1856 Giacomo D. fece fin da ragazzo numerose copie manoscritte, distribuendole un po' ovunque; il destino volle ebe della stessa poesia egli facesse altrettanto più d'ottant'anni dopo ! (Cfr. oltre, cap. 7). Il delatore. " Le orecchie intente, gli sguardi bassi /Tu come un'ombra segui i miei passi: /Se un breve accento muovo al compagno, / Ratto ti sento sul mio calcagno. / Va', sciagurato, mi metti orrore: / Sei delatore ! // Ma quando mangi pan guadagnato / Con l'abbiettezza del tuo peccato, /La bieca larva del tradimento/ Non ti sta presso ? Non n'hai spavento ?/ Va', sciagurato, mi metti orrore:/Sei delatore !//U sol la luce dovrla negarti:/Mai col tuo nome nessun chiamarti, / Ma con quell'altro che ti dispensa / Pane e vergogna sull'empia mensa. / Va', sciagurato, mi metti orrore: / Sei delatore 1 // Talora il ladro chiamo infelice; / Degna di pianto la meretrice; / Da me un'ascosa lacrima ottiene /Sin l'omicida stretto in catene:/Ma tu, tu solo ini metti orrore: / Sei delatore 1 // Va', sciagurato; cala il cappello, / Ti ravviluppa nel tuo mantello,/ E se un istante sul cor ti pesa /La mia parola, cerca una chiesa,/E piangi e grida: ** Pietà, Signore, / Son delatore I // Là solamente, presso a quel trono, / Può la tua colpa trovar perdono; / Impauriti de' tuoi tranelli, / Più sulla terra non hai fratelli. / Va', sciagurato, nri metti orrore; / Sei delatore 1,,.
2) Tra le carte di famigliti da me vedute, ma che non ho più ritrovato, v'erano elenchi abbastanza compromettenti di spie (ricordo i nomi di tale Scarsellini da non confondere coITomonimo patriottn veneziano, strozzato a Belfiore -, di certo Bassi (prete di li 8. Giovanni Crisostomo, il quale avrebbe informato ai primi del 1860 i piantoni come si denominavano le guardie di polizìa che M dotici ni fratelli di Santo* ricercato, s'era nascosto fuori del poggio della sua casa a 5. Felice, dal che sarebbero seguiti parecchi arre* sti anche di donne) ecc.; elenchi di capi di contrada (cagnotti assoldati dall'I. R. Polizia, ficcanaso nelle faccende private, per ce sonar la tromba, come si diceva, presso le autorità). V'erano altresì elenchi dì portaordini fidati , coma certo Papeti , non meglio precisato, originario da Brescia ma. residente da molti anni a Venezia, garzone del parrucchiere Guardi sotto le Procurati* Nuove; fl Paperi, poi carcerato, partecipò in seguito alla spedizione dei Mille.