Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <801>
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Giuseppe Giacomo Dalmedico 801
casioue di manifestazioni o fausti eventi) in termini altamente apologetici, significativi tuttavia della fama, dell'ammirazione e dell'affetto di cui Gia­como era riuscito a circondarsi. L)
Ad un'altra nobile e storica iniziativa Giacomo doveva dare il suo con­tributo attivissimo. Inconfutabilmente provato che i resti mortali di Cristo­foro Colombo erano quelli scoperti in cassa di piombo ed esumati da mons. Rocco Cocchia (già vescovo d'Oropa e delegato apostolico} nella cattedrale di S. Domingo il giorno 10 settembre 1877, la Repubblica Dominicana volle dare a tali reliquie adeguata collocazione; a tale scopo, il 12 ottobre 1894, bandi un concorso per un monumento sepolcrale, cui s'interessò pure viva­mente il ministero italiano d'agricoltura, industria e commercio. Per espresso incarico di S. E. Cocchia, d'accordo con la Giunta nazionale colombiana, l'organizzazione del concorso in Italia fu affidata nel marzo 1895 al console Dalmedico, che riuscì a mobilitare numerosi artisti italiani, in modo da gua­dagnare all'Italia tre premi su quattro disponibili, senza tenere conto di quello dato a due scultori di Barcellona riusciti vincitori. Fra gli Italiani lo scultore genovese Achille Canossa riuscito secondo nella graduatoria per poco non risultò vincitore. 2)
Da molti anni Giacomo andava accumulando cimeli e documenti i più vari sul Risorgimento italiano, con particolare riferimento alle Tre Venezie ed alla Dalmazia; il materiale (riunito a quello di famiglia derivante dallo sue molteplici relazioni, da talune ricerche saltuariamente effettuate e dal­l'eredità paterna nel 1896 Angelo D. era defunto ) costituiva oramai un'ingente raccolta, per taluni aspetti di raro interesse, che abbisognava d'essere sistematicamente ordinata. Ciò fece Giacomo, classificandola in appositi ambienti, che denominò Tempio del Risorgimento Italiano. Una prima illustrazione orale di questa raccolta egli fece il 15 maggio 1900, ricevendo in quel giorno presenti numerosi rappresentanti della cultura ed autorità la medaglia commemorativa delle guerre combattute per l'indipendenza e l'unità d'Italia.
Da allora in poi la sua attività fu assorbita quasi esclusivamente dagli impegni consolari (resi più importanti ma gravosi da una serie d'iniziative che egli andava prendendo per la migliore conoscenza e le più proficue rela­zioni fra i due Paesi) e dal compito assunto come missione della sua vita di raccoglitore instancabile, minuto, intelligente ed affezionato delle patrie me­morie. In funzione di questo compito, pur non escludendo gli scopi assisten­ziali cui continuò a prodigarsi senza risparmiare tempo ed energie, rientrava oramai anche la sua appartenenza alle società veneziane: Reduci dalle pa­trie battaglie, dall'esercito e dall'armata; Superstiti dei Mille di Marsala e Reduci garibaldini. In esse assolse diversi incarichi ed in occasione dell'inau­gurazione del monumento ai Caduti di Mentana, eretto in Firenze il 27 apri­le 1902, andò a rappresentarle avendo ricevuto pure analogo incarico dai corrispondenti sodalizi emiliani e pronunciando in quella manifestazione una
1) I versi si conservano in alcuni fogli volani! allora stampati.
2) Il monumentale sepolcro fu inaugurato il S dicembre 1898 con una cerimonia so­lenne rimasta indimenticabile negli annali della Repubblica Dominicana e brillantemente descrìtta da Giacomo ne La Patria del Friuli del 7 febbraio 1899, L'artìcolo fu anebe stampato m estratto dalla tipografia D. Del Bianco di Udine.