Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <802>
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Federico A. Perini-Bembo
vibrante orazione, che poneva a fuoco lo scottante problema degli irredenti, in modo particolare dei fratelli delle Alpi e dell'Adriatico tuttora oppressi dal tallone absburgico .
Uguale significato ebbero altri suoi interventi, conferenze, articoli, come per esempio in occasione del secondo pellegrinaggio nazionale alla tomba di Garibaldi in Caprera, il 2 giugno 1902 (dov'egli si recò anche quale inviato del giornale La Patria del Friuli) e soprattutto quando partecipò al Congresso nazionale Pro Trieste e Trento, indetto a Udine il 27 settem­bre 1903, sotto la presidenza del generale Ricciotti Garibaldi, per prepa­rare il giorno dell'azione .
Inviato del giornale veneziano L'Adriatico, rappresentò anche le asso­ciazioni militari a Parigi, quando il 13 luglio 1907 vi si inaugurò il monu­mento a Garibaldi; perorò allora appassionatamente la causa irredenta, cat­tivandosi simpatie e stringendo amicizie con vari uomini di pensiero e perso­nalità politiche di quel Paese, tanto che il Governo francese gli rimise, con espressioni di alta considerazione, le insegne à'Officier oVAcadémie.
Nel 1909 formò un numeroso gruppo di Futuri Volontari, aggregan­doli alla Società dei superstiti garibaldini di Venezia; essi prestavano for­male promessa d'imitare all'occorrenza le gesta delle camicie rosse e s'impe­gnavano intanto ad esercitarsi nelle sezioni nazionali del Tiro a Segno. *)
Molto si occupò perchè a Gustavo Modena venisse eretto un monu­mento; trovò consensi significativi e tangibili anche fra i eapicornici e gli artisti teatrali di più modeste condizioni economiche; finalmente il 22 mar­zo 1910 vide appagato il suo desiderio con l'inaugurazione della pregevole scultura che oggi pure si ammira nei giardini pubblici di Venezia.
Deluso della piega presa dalla questione tunisina quella che egli chia­mava la settima sponda nonsi appagò della campagna di Libia, che vide come un cattivo e sconveniente ripiego e come una distrazione dal problema grave ed urgente della completa redenzione delle terre trivenete e dalmata dal giogo austro-ungarico, tenuto saldo da un trattato-capestro.
E sufficiente questo suo concetto chiaro ed inflessibile per spiegarsi il suo atteggiamento di fervido interventista alla vigilia della prima guerra mondiale.
5. Dopo l'invasione del Belgio da parte della Germania, Giacomo tenne ai giovani volontari per la liberazione dei fratelli irredenti una calorosa conferenza, stigmatizzando con i versi danteschi ...tedesco... / giusto giudicio dalle stelle caggia / sovra '1 tuo sangue, e sia nuovo ed aper­to (Purg. e. VI) la violazione delle leggi internazionali di guerra.
1) Purtroppo un elenco di questi giovani, con a fianco di vari nomi indicata la suc­cessiva partenza come volontari nella guerra mondiale (ove molti rimasero feriti o caddero combattendo o si distinsero, per valore) è andato smarrito.
Uguale sorte Io avverto questo volta per tutte capitò uriche a tanti documenti ed appunti ohe, poco prima dell'ultima guerra, avevo portato a Zara, nella mia abitazione, con l'intento di rialaboradì organicamente. Bombardamenti, devastazioni ed asportazioni di ogni genere distrussero o dispersero questo materiale, cosi ebe oggi bo potuto ricostruire la presente monografia sulla base soltanto di uno zibaldone di frammenti, rintracciati dopo la morte di Giacomo D.r oltre ebe da quanto egli aveva! egato al Museo Correr e dai miei personali ricordi indiretti e diretti*