Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <803>
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Giuseppe Giacomo Dalmedico 803
Fece quindi parte del Comitato di preparazione civile di Venezia, tra­sformatosi poi in Gomitato cittadino d'assistenza e difesa civile, dal giugno 1915.J)
Scoppiato il conflitto, nonostante l'età avanzata aveva 65 anni Giacomo chiese ed ottenne di fare parte di una commissione militare di re­quisizione foraggi e bovini, in territorio dichiarato zona di guerra e, dopo Vaporetto, di operazioni. Una notte, in un incidente automobilistico, rimase ferito in servizio. Fu pertanto fregiato dei relativi distintivi e decorazioni. -*
Un paio di volte, trovandomi ospitato in casa sua, mi condusse con la commissione , che si trasferiva continuamente in auto da un paese ad un altro; a parte il passatempo della gita, non avrei creduto di potermi diver­tire fra diversi ufficiali; ma mi accorsi che mio nonno interessava tutti, par­lando loro di episodi storici ed, immancabilmente, di Garibaldi. Una volta fummo a Porto Tolle, nel Basso Po e, dopo espletate talune operazioni amministrative, rivedo ancora un numeroso crocchio di contadini e di ufficiali intorno al nostro vegliardo che raccontava. E riodo ancora le sue parole che approssimativamente dicevano: In ritirata da Roma, nel 1849. Brunetti detto Ciceruacchio, col figlio, seguirono Garibaldi nell'intento di unirsi ai difensori di Venezia. Giunti qui, proprio a Porto Tolle, vennero catturati dagli Austriaci. L'infame colonnello Rocavina condannò en­trambi alla fucilazione, senza pietà pel povero bambino. Nel momento più tragico, quando i fucili del plotone d'esecuzione già erano stati spianati, il padre, strappando la benda dagli occhi del figlio, gli disse: Muori da valoroso ! . Quante volte ripensai poi a questo episodio ed ancor oggi ho presente la scena, con tanti, tanti occhi lucidi...
Nel novembre 1917, avvenuto il ripiegamento della 2a e 3a armata dalla fronte Giulia, sulla linea GrappaPiave, predisposta dal gen. Cadorna, la Serenissima venne a trovarsi a pochi chilometri dal nemico, che per qualche tempo sfiorò i margini della laguna veneta, avendo spinto le proprie avan­guardie nei pressi di Capo Sile. Allora Giacomo fu tra i più attivi promotori del Comitato d'azione per la resistenza di Venezia. Contrario, in ogni caso, a lasciare la città, pur fatta segno a crudeli bombardamenti (è ancora impressa nella mente dei più anziani la famosa notte delle otto ore : otto ore di viavai d'aerei bombardieri e di crepitìi di mitragliere antiaeree I), aveva deciso che mai sarebbe partito profugo e che ben avrebbe saputo, con le sue antiche esperienze, come rendere bruciante il suolo veneziano all'austriaco invasore, nella malaugurata ipotesi che la città fosse stata occupata. Nell'agosto 1919 il comune di Venezia gli assegnava un diploma per la virtuosa resistenza .
Nel travagliato dopoguerra, che poneva in repentaglio i frutti della vittoria, Giacomo sognava un argine che solo il garibaldinismo, credo e norma di vita, è capace di opporre alla disgregazione sociale e nazionale,
i) In una lettera del 28 ottobre 1915 U presidente dol Comitato poneva in risalto, in forma assai elogiativa, l'opera svolta in questo settore da G. Dalmedico.
2) Il brevetto della medaglia commemorativa delia guerra mondiale concessione TI. 285638-D, datato da Roma il 2 febbraio 1924 e firmato da S. E. Armando Diavi fu accom­pagnato con parole di stima e di ampio riconoscimento dello stesso Diaz, che BÌ rivolgeva al garibaldino di tatti i tempi : Giacomo Dalmedico compiva allora 73 anni.