Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <806>
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Federico A. Peritii'Betitho
Un angolo della sua abitazione Giacomo riservò allora a ricordi gari­baldini del Nuovo Mondo, di quel mondo cui Giacomo s'era pure sentimen­talmente tanto legato, attraverso mezzo secolo d'attività consolare. Decano del corpo consolare della Repubblica Dominicana (e del corpo consolare in Venezia), ne fu nominato console generale onorario, venendo insignito del grado di Ufficiale nell'Ordine al Merito di Juan Pablo Duarte .
segnala per il loro valore di apporto irammoutario un ce grappo di documenti di comitati patriottici che si riferiscono alla nostra Venezia .
Era gli altri giudizi non interessano tanto quelli che sottovalutano in un certo senso alcune pubblicazioni di storia polìtica del Risorgimento o medaglie o cimeli vari parchi già posseduti dal Museo o perchè talora sembrano meglio aver interesse per la storia gene­rale del Risorgimento italiano ohe pei la storia particolare di Venezia , dato che le stesso motivazioni dei giudizi non rendono questi men che positivi. Interessano piuttosto le consi­derazioni e riserve seguenti: Considerando le numerosissime riproduzioni dell'effigie di un determinato personaggio, in materia e in forma la più svariata, che possono giustamente dare soddisfazione ad un collezionista privato, che ha uno speciale culto e venerazione per il per­sonaggio stesso, non sono certamente altrettanto importanti per un pubblico istituto o perlo­meno hanno valore intrinseco di documentazione troppo scarso in rapporto alla notorietà del fatto o delle circostanze .
È chiara l'allusione della commissione a Giuseppe Garibaldi, di cui la Raccolta posse­deva ritratti d'ogni tipo, ad olio, ad acquarello, in maiolica, cartapesta, tessuti, su medaglie, sigilli, distintivi, giocattoli (come su un orologio finto da polso per bambino) e perfino mo­dellati nel sapone ! Per questa congerie di oggetti e rappresentazioni, come per la barba ed i capelli di Garibaldi, autenticati da una dichiarazione autografa di M. Garibaldi Al ca­rissimo compagno Giacomo Dalmedico, 3893 le considerazioni della commissione sono spie* g ab ili in funzione della integrazione del materiale già posseduto dal Museo Civico di Storia del Risorgimento generale* con particolare riferimento a Venezia, ma non lo sono più quando' si consideri che uno degli aspetti se non l'aspetto fondamentale della Raccolta Dalmedico era proprio dato dal carattere, dallo spìrito, dal contenuto eminentemente garibaldini; se la commissione avesse maggiormente valutato quest'aspetto, che pur non le è sfuggito, si sarebbe evitato di distruggere praticamente una raccolta garibaldina unica nel suo genere, che era costatar almeno sessantanni di ricerche, fatiche, spese ingenti; si sarebbe evitata la dispersione di un materiale, costituente un tutto unitario ed organico, fra pezzi da esporre, pezzi da- tenere in deposito e pezzi da scambiare con altri musei.
Qualcuno (per es. il gen. Pagani) ritenne che i tempi non fossero i più propizi per va­lorizzare Giuseppe Garibaldi e il garibaldinismo, a causa di taluni aspetti universalistici laici (con spunti massonici), repubblicani, proletari, che nel loro insieme avrebbero stonato so­prattutto eoa le contingenti direttrici d'azione politica del regime fascista, intese ad accen­tuare il sentimento nazionalistico, a preparare gli accordi del Laterauo, a consolidare gli atteggiamenti di lealismo verso la monarchia, a riconoscere sia pure per* infrenarlo ed utilizzarlo - una peculiare funzione nel processo produttivo del Paese al capitalismo in ge­nerale.
Non ritengo tuttavia che veramente vi siano state pressioni politiche in tuie senso, ma non posso eseludere che abbiano infinito considerazioni del genere, che probabilmente non hanno agevolato o suggerito un maggiore rispetto alla fisionomia prettamente garibaldina della Rac­colta Dalmedico. In effetti, non s'era verificata la sbandierata frattura fra la tradizione gari­baldina da una parte e le concezioni dottrinarie e la politica fascista dall'altra, sia perchè il nazionalismo fascista si inquadrava nell'universalismo latino e l'universalismo garibaldino era di marea ben diversa dal cosmopolitismo illuministico, sia porche entrambi avevano radici repubblicane, che avevano sacrificato ad esigenze nazionali, sia infine perchè la massoneria combattuta dal fascismo non era quella romantica dell'Ottocento, cui del resto Garibaldi aveva dato un'adesione nssai evanescente. Le parvenze di certi avvenimenti poterono dare tuttavia diversa impressiono.
Infatti ricordo che in quegli anni si spostarono, in molto città d'Italia, alcuni monu­menti eretti in onore a Giuseppe Garibaldi e che sposso volte si assistette a canuti veterani delle patrie battaglie, antomobiUtati por montare la guardia al loro eterno condottiero , al loro duce , cosi da evitare ohe gli fosso usato 1* affronto di confinarlo-in qualche an*