Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <808>
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Federico A. Perini-Bembo
ni podestà di Venezia funzionanti durante il dominio austrìaco e del primo sindaco della città* integrate da considerazioni sul loro operato desunte da un'indagine sull'opinione popolare corrente: documento originale d'indubbio valore storico-demodossalogico; il rimanente costituiva un vero e proprio zibaldone da riordinare, pieno di episodi sconosciuti ed inframmezzati da brevi commenti improntati soprattutto alle impressioni contingenti, ma utilissimi per una successiva rielaborazione storica particolarmente aderente alla realtà.
Da una specie di sommario di questo quaderno, che io stesso avevo in precedenza compilato, rilevo i seguenti argomenti, che più o meno diffusa­mente vi erano trattati: e Nuove ricerche sul tentativo dei Bandiera e Moro d'impadronirsi della fregata Bellona , Napoleone I a Murano , Versi inediti di Fiìopanti e Dall'Ongaro , Notizie sui Comitati segreti ed elenco del Gomitato centrale nazionale segreto di Venezia e del Veneto , La pri­gione di S. Severo ed un benemerito medico dei carcerati non meglio purtroppo identificato, Il processo di S. Giorgio (1862-3) , Un boia famoso , Curiosità storiche intorno all'epigramma Lavoro di Don Marno (Angelo Dalmedico) , Francesco Giuseppe, romito viandante sulla neve di piazza S. Marco , Il Friuli dal 1861 al 1866 , Le liberazioni di Pa­dova e di Rovigo nel 1866, Garibaldi nella poesia di Jacopo Francesco Foscarini, el barcariol , Garibaldi nella satira di Cicogna , Garibaldi a Udine nel 1867 , Garibaldi poeta , I garibaldini Mezzalira e Valente , Giorgio Manin, uno dei Mille, ospite e amico di Alessandro Levi (nel pa­lazzo Sullam a S. Felice, 1866-7), nominato da Vittorio Emanuele II gene­rale della Guardia Nazionale,Simpatia ed intese patriottiche fra il rab­bino maggiore Ottolenghi ed il cardinale patriarca La Fontaine , ecc. E veramente da rammaricarci che l'autore non sia più riuscito a ricuperare
A Milano dipinse poi un bellissimo quadro, con figure dal vero, rappresentante Vene-eia che piange, abbracciando la Lombardia già redenta: quadro che allora fece chiasso spe­cialmente nel Veneto. Egli mori a Roma, quasi dimenticato .
Anche a Luigi Ferrari, scultore di poderoso slancio, Massimiliano voleva affidare l'ese­cuzione di un Marco Polo colossale. Ma l'artista approfittando che i membri di una delle solite commissioni artistiche non si mettevano mai d'accordo sul collocamento definitivo della statua, a poco a poco si dileguò .
Pietro Boi fu il ritrattista di Pio IX dopo che benedisse dal Vaticano l'Italia agi­tata dal grande sogno dell'indipendenza. Il Roi dipinse oltre 50 ritratti del Pontefice. In quell'anno si fece soldato, prima del papa, poi del Veneto. Combattè a Comoda, a Porta Santa Lucia a Vicenza .
Enrico Bon, pittore veneziano, essendo di leva austriaca, doveva presentarsi al co* mando militare, invece fuggi entrando nel 1859 in Lombardia, dove l'esercito francese slava per irrompere. Fu preso dai francesi per una spia austriaca, tanto che volevano fucilarlo. Il malcapitato non sapeva una parola ài francese ed era imbarazzato a disunpegnarsi Men­tre trovovasi prigioniero un colonnello francese venne per fortuna in suo aiuto. Apprezzando la sua abilità nel dipingere, lo mandò addirittura in Francia, dove rimase prima e dopo la guerra, schierandosi fra i pittori religiosi. Più tardi ritornò nella sua cara Venezia, ben ac­colto da tatti*.
Giovanni Zimbelli fa pittore veneziano che lasciò nome imperituro e aero nel mar­tirologio della Patria. Venne strangolato sul patibolo a Belfiore, la mattina del 7 dicembre 1852. Era anche architetto e poeta .
Ippolito Caffi, pittore celebre, prospettico, patriotta, mori annegato nella battaglia infausta di Lissa, della quale voleva ritrattare col suo vivissimo pennello la vittoria anelata. Il suo cadavere spari fra le onde. Fu posta una lapide sulla sua casa all'Ascensione.