Rassegna storica del Risorgimento

DALMEDICO GIUSEPPE GIACOMO ; GARIBALDINI
anno <1957>   pagina <809>
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Giuseppe Giacomo Dalmedico 809
tante notizie, trafugategli praticamente dalla malvagità umana, com'egli! dovette convincersi fino alle lacrime.
Procurò invero di ricostruire qualcosa, ma non era facile supplire a ri­cerche decennali, minuziose ma non sistematiche, spesso frammentarie ed il pia delle volte occasionali. Pochissimo ho trovato fra le carte da lui lasciate: diverse schede sotto il titolo Caffè patriottici di Venezia (con elementi in parte noti, in parte no), una compilazione documentaria intorno a Lapidi e monumenti veneziani (incompleta) ed una breve, interessante ma deli­cata indagine sulT Origine di Daniele Manin dalla famiglia Medina .
XL maggiore conforto, nell'ultima fase della sua vita, Giacomo trasse dall'attività consolare che, intesa costantemente quale missione di spirituale e proficua amicizia, egli non tralasciò mai, nonostante gli inevitabili acciacchi degli anni avanzati. Molti suoi atti ed iniziative in tale campo esorbitavano infatti dalle normali mansioni, come la predisposizione di articoli da pub blicare su vari periodici intorno al Padre della Patria Trujllo verso il quale nutriva una sincera ammirazione ed alcune conferenzeStampa in­dette per informare l'opinione pubblica sui progressi culturali, scientifici e tecnici della Repubblica Dominicana, desunti dalle diverse pubblicazioni che da quel Paese gli pervenivano.l)
La piega che ad un certo momento andava assumendo in Italia la cam­pagna razziale gli imposero di rallentare sempre più i suoi rapporti col mon­do esterno e di chiudersi in un isolamento che egli cercava di colmare par­zialmente con un vero e proprio culto verso la memoria della sua indissolu­bile compagna. Gli avvenimenti dovevano però aggravare il suo dramma spirituale e, per troppe inevitabili ripercussioni, anche materiale.
7. Contro l'assurdo di provvedimenti forzosi e indiscriminati, presi dall'alto anche in antitesi ed in contraddizione con atteggiamenti e dichia­razioni recenti* egli si erse con sdegno e veemenza inusitati. Ma l'aspetto più tragico della sua posizione era dato dall'assoluto scetticismo e, in fondo, dall'avversione di Giacomo per il così detto sionismo , quanto mai inqui­nato e compromesso anche nel suo originale significato e, comunque, pretesto determinante della campagna antiebraica.
Sta di fatto che il Dalmedico condivideva il paradossale e non equo pensiero di quell'anonimo, che aveva scrittoed egli ripeteva di soventer-: <c Sionista è un ebreo che si fa dare denaro da un altro ebreo per mandare in Palestina un terzo ebreo .
Mi adoperai in suo favore per tutto quanto potei e, pur non riuscendo a prevedere quanto si sarebbe poi aggravata la situazione, gli feci visita, nel luglio 1940, in uniforme dell'esercito, prima di partire per il fronte dell'Afri­ca settentrionale. Gli detti alcune raccomandazioni e gli suggerii qualche precauzione. Egli mi osservava con 0 suo sguardo non affievolito dagli anni, ma limpido e vivace; poi aguzzando gli occhi ed a labbra strette stigmatizzò
1) Per diversi {inni mi affidò le funzioni di cancelliere consolare e ricordo elio avevo organizzato, annesso al suo stadio consolare, un piccolo archivio-stampa con tutte Io notizie che nei campi Culturale, scientifico, tecnico-industrialo, agricolo e commerciale potevano in­teressare i giornalisti. Un'indovinata e rarissima sezione era poi costituita da documenti e notizie riguardanti i rapporti lontani recenti italo-domenicani.