Rassegna storica del Risorgimento

BALCANI ; 1859-1861 ; EUROPA ; VENEZIA
anno <1957>   pagina <813>
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BALCANI, ITALIA ED EUROPA JN7EL PROBLEMA DELLA VENEZIA (1859-1861)
I mesi che corrono fra la crisi dì Villafranca, attraverso la spedizione dei Mille* le annessioni sino alla proclamazione del Regno d'Italia ed oltre vedono emergere due problemi di politica estera che si fanno strada di pari passo nella coscienza degli Italiani e nelle valutazioni delle cancellerie euro­pee: quello di Roma e l'altro della Venezia.
Una volta placate le discussioni e i progetti intorno alla sistemazione confederale o unitaria da dare alla Penisola di fronte ai successi delle armi e alla forza dei plebisciti, il senso della incompiutezza dei risultati rag­giunti polarizza gli spiriti interamente verso di essi, in Italia e fuori. ') Sen­titi entrambi come fondamentali per il completamento dell'unità d'Italia, verso di essi e verso la loro soluzione pacifica o armata che fosse si rivolge l'azione di politica estera, l'orientamento della pubblica opinione anche una certa preparazione militare.
Certo, un atteggiamento più calmo e riposato, le necessità di consolida­mento interno, di riorganizzazione amministrativa e militare, di fusione fra le varie parti che erano venute a confluire nel nuovo stato unitario, la stessa situazione internazionale quale si è venuta a determinare soprattutto dopo il convegno di Varsavia del 22 settembre 1860 fra i sovrani e ministri degli esteri di Russia, Prussia ed Austria, tutto questo conduce Re Vittorio Ema­nuele e Lamarmora, Cavour e Ricasoii a ricercare soluzioni pacifiche. ... Non si potrebbe in ora rompere la guerra all'Austria. Non si può perchè non siamo ordinati; non si può perchè l'Europa non lo vuole , ammoniva Cavour 1*11 ottobre 1860 alla Camera a proposito del problema della Venezia. 2)
Naturalmente, dai calcoli e dalle eventualità non si esclude il ricorso alla via delle armi, specie in relazione a certe contingenze internazionali. Cosi, secondo quella linea di politica estera per una azione diversiva danubiano balcanica contro l'Austria, inaugurata nel '48-49, continuata nel '59 e rima­sta poi ancora in vita negli anni successivi, si continua a pensare a possibili collegamenti con Ungheresi e Serbi, Bosniaci e Montenegrini e Croati, in urto potenziale con l'Austria; si è consapevoli che i fermenti nazionali della vicina Penisola e dell'Europa danubiana vadano aiutati e incoraggiati, sia per un principio di fondo mazziniano, sia per l'appoggio concomitante che essi pos­sono dare al completamento dell'unità, con l'acquisto della Venezia.
A proposito di questo termine di uso, diciamo cosi, risorgimentale che abbiamo voluto qui conservare, la Venezia allora e poi sempre è intesa come la terra di tutti i Veneti e il problema della sua unione all'Italia è considerato nel senso storico e geografico più. lato. Nel Comitato Veneto centrale, costi­tuito a Torino per iniziativa di Cavour, vi sono rappresentate tutte le Venezie,
1) Ciudstonc ad Ari OHI il 16 aettomltre 1860: Jo no su in pas de coux qui ponacrit quc. la questura ItuJicnne cat rcnoluc tanl que In Vcn/jlio continue à ètra nittriclnenne. Mais ('beuta v'est pan cncore verme. Dino vcuillc qu'elle ne tarde pns Jongtcmps (Carte Artora. inedite).
2) Dintorni Partamrntari, Roma, 1872, vai. XT, p. 263.
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