Rassegna storica del Risorgimento

BALCANI ; 1859-1861 ; EUROPA ; VENEZIA
anno <1957>   pagina <814>
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814 Angelo Tamborra
comprese la Tridentina e la Giulia. E proprio al rappresentante dell'Istria, Tommaso Luciani, Alberto Cavalletto il 27 ottobre 1861 così si preoccupava di scrivere:
Quindi dissi e ripeto che sarà utile che Istriani, Triestini, Goriziani e Tren­tini, senza rinunciare alle toro denominazioni municipali, mettano da parte una certa affettazione di individualità propria e si proclamino Veneti per lingua, per costumi, per stirpe, per regione geografica e per sentimenti nazionali italiani. Quando avremo così resa popolare Videa dell''estensione naturale e geografica della Venezia, eviteremo meschine questioni sugli arbitri commessi dall'Austria, la qua' la si studiò di far credere all'Europa che il Trentino ed il Circolo di Trieste fosse­ro pertinenze naturalmente germaniche e che l'Istria apparteneva all'Illirico. *)
Del resto questa consapevole unità spirituale, geografica e storica delle Venezie emerge anche dalla ferma anche se cortese polemica fra il croato Eugen Kvaternik e Pacifico Valusei e Marc'Antonio Canini sulla Perseveranza di Milano il 6 aprile 1860. 2>
Si deve dunque ritenere che all'indomani di Villafranca, e negli anni successivi, nelle zone venete come nel resto della Penisola, si fosse nnawmn nel considerare quello della Venezia come un unico problema che andasse unitariamente affrontato e risolto.
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Dopo Villafranca il ritiro di Cavour fa emergere sulla linea avanzata la politica personale del Re, sempre esistita ma che ora acquista rilievo ancora maggiore. Così il primo gesto compiuto dal sovrano è quello di assicurarsi un più ampio e fiducioso appoggio dell'Inghilterra. Napoleone IH ha deluso gli Italiani; questi sentono che la Francia non li può seguire sulla via di Roma mentre non è nei suoi calcoli l'esistenza di un forte stato italiano nell'Italia settentrionale che giunga da mare a mare e allontani l'Austria dalla Penisola, aggiudicandosi la Venezia. Nous sommes las de la question italienne aveva dichiarato Thouvenel agli Inglesi, " Per questo Vittorio Emanuele, persuaso che la questione della Venezia debba precedere quella romana, 4) punta soprattutto sulla carta inglese e, oltre a mantenere intimi contatti con Sir James Hudson, ministro di Sua Maestà britannica a Torino, nell'ottobre del 1859 e nel dicembre del 1860 invia in missione a Londra il generale Paolo Solaroli, suo apprezzato aiutante di campo nel 1849 e poi ancora nel 1859.
A Londra il generale Solaroli ha contatti soprattutto con il ministro degli Esteri Lord John Russell ed anche col Primo Ministro Palmerston. Con essi egli imposta il problema della cessione della Venezia per via paci­fica e il 27 ottobre del '59 riferisce al Re che il est dans l'interèt de l'An-gleterre qn'elle trouve dans le Nord de l'Italie une nation qui serait à meme de contrebalancer le pouvoir et de l'Autrichc et de la Franco . Per questo quant à la cession de la Savoie à la Franco pour la Vénétie en achat de l'Au-
X) Corte Salata, Inedite.
2) Cfr. A. TAMBORBA, Cavour, i Croati e il confine orimtaU, in Nuova Antologia, dicem­bre I9S0.
3) Carteggi Cavouriani, Cavour o ringhitterra, voi. II, p. 117.
*) / documenti diplomatici italiani, voi. I, a cura di W. MATURI, Vittorio Emanuele II a Vimercoti. 11 loglio 1862, p. 241.