Rassegna storica del Risorgimento
BALCANI ; 1859-1861 ; EUROPA ; VENEZIA
anno
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1957
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815
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Balcani, Italia ed Europa nel problema della Venezia (1859-1861) 815
trichc l'Angleterre u'a auoune objection, mais comme Elle a dójà fait sonder d'avance a Vienne Elle sait que l'Au trichc refuse, méme dédaigne, de vendre son Territoire . ' )
Poco dopo, il ritorno al potere di Cavour, l'impresa meridionale e il ritmo travolgente delle annessioni conducono a far concentrare gli sguardi sempre più verso il problema veneto. Fermi nell'idea di ricercare una soluzione pacifica, gli sforzi della diplomazia sarda, poi italiana, da un lato continuano a volgersi verso l'Inghilterra, dall'altro verso la Prussia.
Per l'Inghilterra il problema della Venezia, cioè dell'Adriatico, rappresenta un aspetto del più vasto problema mediterraneo. Per questo Lord Russell sottolinea a Sir James Hudson il 31 agosto 1860 che l'Inghilterra ha interessi nell'Adriatico, che il Governo di Sua Maestà deve sorvegliare con accurata attenzione .2) Cavour, nel continuare la politica di contatti con l'Inghilterra per la Venezia, è il primo a riconoscere questa realtà e nella lettera a Lorenzo Valerio del 28 dicembre 1860 rivela il timore che alcuno possa inimicarci l'Inghilterra stessa, la quale vedrebbe essa pure di mal occhio che l'Adriatico ridivenisse, com'era ai tempi della Repubblica veneta un lago italiano .3)
Se la preoccupazione di carattere marittimo è rappresentata dall'Inghilterra e dai suoi interessi adriatici, la preoccupazione diciamo così continentale è portata iwtiqTnq soprattutto dalla Prussia.
Questa è stata sì sollecitata da Torino a svolgere certa opera di mediazione presso l'Austria o, quanto meno, si è cercato, da parte di Cavour, di guadagnarla all'idea di una cessione della Venezia mediante compensi 4) Ma i risultati non si sono rivelati brillanti poiché l'Austria, minacciata com'era nei suoi ultimi possessi italiani e nelle sue stesse posizioni marittime adriatiche, è stata abile nell'invocare la solidarietà di tutta la Confederazione germanica, della quale la Prussia appare sempre più l'elemento direttivo. Cosi, in presenza del decreto Valerio dell'8 novembre 1860, i cui considerando sottolineano il carattere italiano di Trieste, la Prussia per bocca del barone Schleinitz tiene a precisare che essa s'est toujours réservée de s'op-poser à ce que le mouvement italien prenne un développement qui tendrait a ne plus respecter les frontières allemandes telles que les traités les ont tra-eées et telles qu'en ver tu de ces mémes traités elle est obligée à defendre .s)
Ma a vedere bene, si tratta più di un punto d'onore che di Una convinzione profonda. Perchè, a proposito del decreto Valerio, si chiedono sì dei chiarimenti a Torino ma ci si accontenta di chiarimenti generici e non si pretende che il decreto stesso venga ritirato. La Prussia è ormai in lotta con l'Austria per il primato nell'ambito della Confederazione germanica. Essa non ha alcun interesse à voir l'Autriche se dessaisir volontairement de la Vénétie et s'affranchir ainsi d'un cu.trave qui fise, au delà des monts, son
1) Pubblicata da C. M. Da VECCHI, Del gen, Soìaroli. del Re Vittorio Emanuele J, di uno mistione segreta nel 1869 0 di altro coso ancora, in Rassegna storica del Risorgimento, luglio-agosto 1034, p. 699.
2) Record Office, Londra. fiutiseli Papera, 30-22-14.
3) C. CAVOUR, Lettera edite e inedite, a cura di L. CUIALA, Torino, 1885, voi. V, pp. 139-140 *) Brassier de St, Simon a Schleinitz, e. d. ma nov. 1800 in .Die autvaSrtige Politìk Preus-
sent (1858-1361), voi. ET, 1, p. 733.
fi) Ibidem, p. 54 Schleinitz a Brassier de St. Simon, 24 dicembre 1860.